“Puoi badare tu ai bambini? devo andare a fare spese”. Non lo dicono di certo i genitori italiani; solo il 2% non porta i figli con sé. Il 73% fa acquisti con i propri figli nella maggior parte delle volte; tra questi, il 30% addirittura non li fa mai senza.
È quanto emerge dall’indagine realizzata da Neinver, 2° player europeo nel settore degli outlet, presente in Italia con Castel Guelfo e Vicolungo The Style Outlets, in collaborazione con ANPE, l’Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani. Concentrato soprattutto nel week end per l’80% degli italiani, lo shopping viene vissuto da più del 40% come un momento per la famiglia, con punte del 47% da parte dei papà. Di certo rappresenta un’esperienza positiva – lo conferma il 78% dei genitori – capace di recare serenità (50%) e felicità (28%).
Parcheggio comodo (75%), aree gioco attrezzate (64%) e spazi per passeggiare all’aperto (47%) sono le caratteristiche che dominano la classifica di ciò che non deve mancare quando si va a fare spese con i più piccoli. Gli outlet, infatti, vengono indicati come luogo preferito da più del 40% degli intervistati.
Laura Andreoletti, Country Manager di Neinver in Italia, ha commentato “I risultati dell’indagine riflettono la nostra esperienza. Nei nostri centri il 50% circa dei visitatori viene con la famiglia, più della metà con bambini sotto i dieci anni. Da sempre, infatti, lavoriamo per garantire un’offerta commerciale e servizi ad hoc, annoverando collaborazioni con realtà importanti come MUBA, Museo dei Bambini di Milano”.
Luisa Piarulli, Presidente ANPE, ha commentato “In una società complessa, nella quale predomina l’Avere piuttosto che l’Essere, educare allo shopping riveste un ruolo quanto mai significativo. Può rappresentare un’attività educativo-formativa utile nel percorso evolutivo e preziosa nella definizione di un’identità responsabile, purché sia vissuto come un evento piacevole e coinvolgente. Fare shopping con i genitori costituisce inoltre la premessa pedagogica per un’educazione al consumo consapevole e favorisce un primo approccio verso la comprensione dell’economia e dei suoi impliciti (risparmio, scelta, ponderatezza…)”.
COMPORTAMENTO DEI BAMBINI
“Non toccare”, “torna qui”, “lascia stare” sono le tipiche raccomandazioni dei genitori. Ma ci si trova a doverle fare così spesso? In realtà, meno di quel che si possa pensare. Solo 1 genitore su 4 lamenta che il proprio bimbo tocchi tutto ciò che vede esposto, corra per il negozio (23%) o faccia i capricci perché gli si compri qualcosa a ogni costo (23%).
Il vero problema è la noia. Il 44% dei genitori si trova in difficoltà solo quando i piccoli si stancano, perché è allora che iniziano a lamentarsi.
Di fronte a un “no”, pianti (9%) e urla (11%) sono la prassi di una minoranza di bambini. 1 su 2, tuttavia, tiene il broncio. Ciò che è certo è che i capricci non fanno perdere le staffe ai genitori italiani: solo il 10% reagisce con un rimprovero severo. Ad alzare bandiera bianca e ad accontentare il figlio purché si calmi sono un’esigua minoranza: solo il 3%.
LE RICHIESTE DEI BAMBINI E IL PROCESSO DI SCELTA
I genitori del Bel Paese hanno carattere. L’utilità è alla base della decisione di esaudire le richieste dei figli per la maggioranza degli italiani. Solo il 20% decide di accontentarli semplicemente per il piacere di farlo, meno ancora sono quei genitori che usano l’acquisto come “elemento di negoziazione”, legandolo al rispetto di un patto (15%).
Ciò non significa che non li ascoltino. Mamme e papà italiani tengono conto dei desideri dei propri piccini, coinvolgendoli attivamente nei processi di scelta. Il 58% lascia sempre esprimere loro le proprie preferenze, mentre il 22% dichiara di non potersi esimere, visto che i propri figli hanno già dei gusti e uno stile ben precisi. Solo il 20%, invece, sceglie senza tener conto di ciò che il bimbo chiede.
I TREND DEL MOMENTO: COPIARE LE STAR, VESTIRE I BIMBI COME MAMMA E PAPÀ
In fatto di shopping genitori/figli, la moda del momento per le star è vestire i bimbi come mamma e papà. Piace anche al 31% degli italiani. Quasi il 10% lo fa spesso, mentre il 23% si ripromette di farlo. Tra chi non apprezza il trend, il 35% dichiara di non farlo perché vuole che il proprio bimbo abbia una propria identità sin da piccolo.