Fame nel mondo dati: il 2022 non ha segnato alcun miglioramento, anzi. Sono 828 milioni le persone nel mondo che soffrono la fame: 46 milioni in più rispetto al 2021, 150 milioni in più dal 2019 al 2021. Risultati che rendono conto di un’inversione di tendenza rispetto al decennio precedente in cui si erano registrati, invece, molti miglioramenti. Ciò accade perché le azioni messe in campo per combattere la fame si sono fermate. Si sono fermate a causa delle guerre che continuano a imperversare in diversi angoli del mondo, della pandemia da Covid 19 e dei cambiamenti climatici. Intanto, all’orizzonte, c’è il 2030 che si avvicina sempre di più con i suoi obiettivi.
Fame nel mondo dati: l’Indice Globale della Fame
Come arriveremo a questo appuntamento? Lo abbiamo chiesto a Valeria Emmi, Networking and Advocacy Senior Specialist di Fondazione Cesvi. Valeria Emmi è la curatrice del GHI (Global Hunger Index), l’Indice Globale della Fame, un rapporto stilato su base statistica che ogni anno fornisce dati sulla fame e la malnutrizione nel mondo. L’indice si basa su quattro indicatori: denutrizione, deperimento infantile, arresto della crescita infantile e mortalità infantile. Il calcolo su questi indicatori porta a un numero con il quale ogni Paese viene classificato in una scala da 0 a 100. 0 rappresenta l’assenza di fame, 100 la situazione peggiore. Il GHI, oltre a scattare una fotografia sulla realtà, è intenta anche a trovare soluzioni focalizzandosi ogni anno su un tema diverso. Per il 2022 il riflettore è stato acceso sul legame tra guerre e fame. E’ necessario, secondo la curatrice del GHI, orientare i sistemi alimentari verso una dimensione più locale per promuovere la pace. Al tempo stesso, bisognerebbe sanzionare coloro che, nell’ambito dei conflitti politici, utilizzano la fame come strumento di guerra.
Foto gentilmente concesse da Fondazione Cesvi