E’ ormai passata più di una settimana da quando Facebook, Whatsapp e Instagram sono andati in down. Oltre sei ore di fermo che hanno messo tutti in crisi e soprattutto ha fatto emergere la fragilità del sistema gestito dal team di Zuckenberg.
Come hanno fatto Facebook, Whatsapp e Instagram ad andare in down?
La domanda, forse, più importante è proprio questa. Tante parole sono state dette, spesso con spiegazioni poco chiare ma in definitiva come hanno fatto queste tre “app” a crollare? Partiamo dalla spiegazione ufficiale di Facebook:
“Il nostro team di ingegneri è venuto a sapete che i cambi di configurazioni sui nostri router backbone, i quali coordinano il traffico di rete tra i nostri centri dati, sono ciò che hanno provocato l’interruzione di queste comunicazioni. Tale interruzione del traffico di rete ha avuto un effetto a cascata sui collegamenti dei nostri centri dati, portando i nostri servizi a una sospensione“
Quindi, cos’è successo? Essenzialmente Facebook aveva perso il GPS, non sapeva più dov’era. I DNS (fondamentali per accedere ad un sito web andando a trasformare in codici numerici gli indirizzi IP) di Facebook, quindi, non avevano più “segnali” da Facebook ed un sito senza collegamento DNS non è in grado di essere visibile su internet. Questa spiegazione, ovviamente, vale anche per Instagram e Whatsapp che fanno parte del grande agglomerato di proprietà di Zuckenberg.
Le 6 ore di buio, i danni
Il lungo black-out, già da un po’ di giorni denominato “il lunedì nero di Facebook“, non solo ha generato disservizi per gli utenti ma anche dei veri e propri anni economici per l’azienda. Infatti, i titoli Facebook a Wall Street sono calati in maniera vertiginosa è scesa a 121,6 miliardi di dollari registrando quindi una perdita di circa 6 miliardi dollari. La ricchezza di Zuckerberg, secondo il Bloomberg Billionaires Index, è scesa così tanto da farlo scivolare al quinto posto della “speciale classifica”, alle spalle di Bill Gates.
La fragilità di un sistema
Il down dei sistemi di Zuckenberg è molto grave non per un semplice fatto di funzionalità delle app stesse. L’enorme danno economico nasce soprattutto dai mancati introiti che in sei ore Facebook, Instagram e Whatsapp generano uniti anche a chi magari con questi sistema ci lavora. Per chi, invece, usa queste app per la semplice messaggistica il problema non si pone esistendo (ad oggi) tante altre valide alternative. Le sei ore di buio dello scorso lunedì hanno fatto emergere delle problematiche che non sono nuove. Infatti, questo è stato il quarto blackout in poco meno di 10 mesi che per la grandezza dell’azienda americana è troppo.
Foto di copertina: PxHere