Il fumetto di Fabio Izzo e Valerio Gaglione, dedicato allo scrittore polacco Marek HÅ‚asko, è stato proposto per il Premio Strega 2020
Uccidendo il secondo cane, edizione Oblomov
Un altro punto per il graphic novel, che quest’anno è nella rosa delle proposte per il Premio Strega 2020 con due lavori. Oggi ci dedichiamo a Uccidendo il secondo cane, uno spaccato sulla Polonia degli anni ’50 raccontata dall’occhio cinico e attento dello scrittore polacco Marek HÅ‚asko. Abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche battuta con gli autori del fumetto, Fabio Izzo e Valerio Gaglione, che con uno splendido lavoro a quattro mani, hanno realizzato un libro di grande impatto visivo ed emotivo. Non si può restare indifferenti infatti di fronte al dramma umano di una societàdevastata, spaesata e ostacolata nelle proprie libertà da un regime immobile e opprimente.
Intervista a Fabio Izzo e Valerio Gaglione
La scelta del vostro libro come proposta per il Premio Strega 2020 era già nell’aria oppure per voi è stata una sorpresa?
Fabio Izzo: Per me sinceramente no, sapevo che era possibile, infatti avevo già “assaporato” lo Strega con un mio lavoro dalla tematica simile, “To Jest”; lì tutto ruotava intorno a una poesia della Szymborska, così ho voluto riprovarci con questa nuova operazione di recupero letterario polacco in chiave creativa, che corrisponde al nome di “Uccidendo il secondo cane”;
Valerio Gaglione: per me invece è stata una vera e propria sorpresa, non me lo aspettavo affatto, è stata una bomba! Noi abbiamo proposto, e poi, in breve tempo, c’è stato dato questo feed back super positivo.
Chi ha scelto l’oggetto della vostra storia? e perché raccontare dello scrittore Marek HÅ‚asko? C’è stato qualche episodio, notizia o altro che ha fatto scattare la vostra curiosità per questo autore?
Fabio Izzo: Lavoravo a qualcosa su Marek HÅ‚asko da 10 anni ormai, il mio progetto iniziale era qualcosa tipo l’importanza della lettera H in polacco visto che si basava su HÅ‚asko e sulla poesia di Herbert. Poi è nata la sinergia con Valerio e nella volontà di fare qualcosa insieme si è cercato un terreno comune. Era necessaria un’idea che convincesse entrambi. Dopo una presentazione gli prestai “L’ottavo giorno della settimana”, lo lesse e ne fu entusiasta. Ecco, direi che lo scopo principale era quello di riportare alla luce l’opera di questo grande scrittore. Le sembrerà strano, ma ciò che ha fatto scattare la nostra curiosità è stata la lapide della tomba di Marek a Varsavia. L’epitaffio “Visse giovane e tutti gli voltarono le spalle”, voluta dalla madre, mi spalancò un mondo. Esclamai: questa storia deve essere raccontata ancora e ancora.
Valerio Gaglione: secondo me non potevamo scegliere personaggio migliore. Sono rimasto affascinato non solo per come ha descritto Varsavia, ma anche per il suo atteggiamento e la sua estetica (da qui il soprannome del James Dean polacco). Quando vidi le foto rimasi subito abbagliato dalla sua prestanza cinematografica che mi portava già verso una direzione stilistica di disegno che mi affascinava. Lui sembrava proprio la voce adatta per poter narrare quel mondo lì.
Fabio, la collaborazione con Valerio Gaglione è una novità oppure è una collaborazione già rodata?
Fabio Izzo:In un certo senso è nuova ma allo stesso tempo è anche già rodata, in passato Valerio faceva parte di un gruppo musicale, i Tomakin, con cui collaborai all’epoca realizzando i testi per una canzone “Joasia”, scritta da me a Varsavia. In realtà è così che ci siamo conosciuti.
Valerio Gaglione: aggiungo che proprio dalla musica è nata questa collaborazione sulla Polonia. “Joasia” peraltro lo portammo anche in tour per la Polonia e da lì mi sono innamorato del Paese. A Varsavia ci sono poi ritornato per cogliere degli scenari che ho poi rimesso nel libro.
Cosa pensate della grande diffusione del graphic novel degli ultimi anni? Cos’è secondo voi che l’ha reso tanto popolare e affascinante?
Fabio Izzo: La diffusione in Italia è ampia, in Polonia, ad esempio, il graphic novel non ha questa grande diffusione e quando dicevo a qualcuno che stavo scrivendo un “fumetto”, le reazioni non erano molto positive. Però anche lì ora le cose stanno cambiando. A mio parere i super eroi, innegabile apripista del genere, sono la nostra nuova epica, dall’Eneide alla canzone di Rolando, il percorso è semplice è lineare. Miti e “religione”, contengono tutto. Hanno meno parole dei libri è questo forse avvicina i lettori più pigri. Molti potrebbero indicarti anche i cinecomics ma secondo me qualcosa che ha reso il fumetto affascinante è la scuola inglese, Moore e Gaiman su tutti, ma anche altri che hanno rielaborato in chiave adulta concetti nati per i bambini. Certo, c’è anche il confortante effetto nostalgia dei fumetti che leggevamo da piccoli.
Valerio Gaglione: secondo me la popolarità degli ultimi anni è nata con la costanza e la passione dei lettori, degli autori e degli editori stessi che hanno riattualizzato un certo tipo di fumetto in Italia. Ora il fumetto viene chiamato Graphic novel, un fumetto in più volumi che si stacca dal seriale e che va verso un tipo di visione grafica che gli autori riprendono ad esempio dalla pittura o dal cinema. Questo rende particolare e originale ogni autore per cui l’affezionarsi del lettore ad un determinato autore gli permette di sdoganarsi, diciamo così.