La flotta dei 97 Lockheed Martin Corp F-35 rimarrà a terra. L’Aeronautica e la Marina degli Stati Uniti, d’accordo con il Pentagono, hanno deciso di bloccare tutti i voli dopo l’incendio del 23 giugno avvenuto alla base aerea Eglin in Florida. Lo stop riguarderà, tra l’altro, sia i jet dell’Air Force che quelli della Marina. Secondo quanto riporta Reuters, un testimone ha dichiarato che “il motore è andato in fiamme, bruciando tutta la parte superiore del velivolo”. Nessuno è rimasto ferito ma la decisione è stata inevitabile: i media americani, in particolare il Washington Post, fanno notare che si tratta del secondo incidente in sedici mesi avvenuto al motore degli F-35. A giugno un pilota aveva registrato una perdita d’olio e gli addestramenti erano stati sospesi.
“La causa principale dell’incidente rimane sotto indagine” – ha dichiarato l’ammiraglio John Kirby, il portavoce del Pentagono – “sono stati ordinati ulteriori ispezioni sugli F-35 e il ritorno al volo sarà determinato dai risultati e dalle analisi tecniche”. La Pratt e Whitney provvederà a lavorare a fianco agli Ufficiali della Air Force che stanno investigando per chiarire le cause dell’Incidente. Jay DeFrank, vice- Presidente e portavoce della società, ha dichiarato che qualsiasi commento sarà inappropriato fino a che non si sarà stabilita l’origine del sinistro. Anche la trasvolata dell’Atlantico per la presentazione di alcuni modelli in Gran Bretagna, al Farnborough International Airshow – a partire dal 14 luglio – e al Royal International Air Tattoo (RIAT) – che apre l’11 luglio alla base Raf di Fairford, Glouchestershire – è stata sospesa.
Il progetto F-25 è il programma militare più caro della storia: il governo statunitense ha speso 398,6 miliardi di dollari per 2.443 aerei con un costo singolo di circa 160 milioni. L’esercito descrive il Lockheed Martin come “l’aircraft d’attacco della nuova generazione”, adatto per la Marina, l’Air Force, i Marines e gli Alleati. “Il cacciabombardiere sarà l’aircraft più accessibile, letale, sostenibile e perfetto per la sopravvivenza del pilota”. Il Lockheed Martin F-35 Lighting II o Joint Strike Fighter F-35 sarà, infatti, un cacciabombardiere di 5° generazione monoposto, a singolo propulsore, con ala trapezoidale. Progettato dall’azienda Lockheed Martin e ancora in fase di sviluppo, l’ F-25 avrebbe la capacità di eludere la sorveglianza dei radar, andare a velocità notevolmente elevate e sarebbe dotato di un impianto digitale che permette al pilota, tramite un casco, di poter vedere a 360 tutto ciò che succede mentre l’aereo è in volo. La Lockheed ha distribuito in circa 10 stati la produzione degli aerei, fornendo lavoro a 130.000 persone in diverse zone degli USA. Se il programma dovesse interrompersi, ci sarebbe, quindi, un serio problema per numerose famiglie americane. Il sito dell’Aeronautica Militare Italiana definisce Il Joint Strike Fighter “un velivolo multi-ruolo con uno spiccato orientamento per l’attacco aria-suolo, Stealth, cioè a bassa osservabilità radar e quindi ad elevata sopravvivenza, in grado di utilizzare un’ampia gamma di armamento e capace di operare da piste semi-preparate o deteriorate, pensato e progettato per quei contesti operativi che caratterizzano le moderne operazioni militari di quest’era successiva alla Guerra Fredda. Nello specifico, il JSF può soddisfare un ampio spettro di missioni, a conferma della notevole versatilità della macchina, assolvendo compiti di operazioni di proiezione in profondità del potere aereo, di soppressione dei sistemi d’arma missilistici avversari e di concorso al conseguimento della superiorità aerea.”
Oltre gli USA i Paesi finanziatori sono 8: l’Italia, i Paesi Bassi, la Norvegia, la Danimarca, la Gran Bretagna, la Turchia, l’Australia e il Canada. Gli F-35 sono di tre tipi: di tipo A, a decollo convenzionale; di tipo B, a decollo rapido verticale e di tipo C, Carrier Variant, creato specificatamente per portaerei.
L’Italia ha in programma di acquistare 90 esemplari di F-35: sessanta del modello A, a decollo convenzionale orizzontale e trenta del modello B, a decollo corto e atterraggio verticale. Nel 2012 il ministro della difesa del governo Monti, Giampaolo Di Paola, dichiarò, infatti, che per ridurre le spese, l’Italia avrebbe acquistato solo 90 aerei, piuttosto che i 131 preventivati. Secondo quanto dichiarato dal Generale Domenico Esposito, capo della Direzione Armamenti Aeronautici (ARMAEREO), il costo del progetto in Italia sarà di 14,3 miliardi di euro spalmati in 15 anni, compresi i 2 miliardi già spesi per uno stabilimento a Cameri, in provincia di Novara, dove vengono costruite e assemblate le parti dei jet: i 60 velivoli “Ctol”, a decollo e atterraggio convenzionali, avrà un prezzo di 74 milioni di euro; i 30 jet “Stovl”, a decollo corto e atterraggio verticale costeranno circa 88 milioni di euro. Al momento è ufficiale l’acquisto di soli sei aerei. Come dichiarato dall’Aeronautica Militare Italiana, l’esigenza primaria è “di sostituire i velivoli AV-8B Harrier della marina militare e gli AMX e i Tornado dell’aeronautica”.
Il governo italiano, comunque, ha deciso di sospendere l’acquisto fino a quando il “libro bianco” della difesa non sarà pronto: “Stiamo lavorando ad una revisione strategica della politica di Difesa dell’Italia. Bisogna partire dai rischi, che sono sempre meno tradizionali e più difficili da identificare, e poi attuare contro queste minacce una strategia utile, da decidere insieme alla Nato e alla Ue. Conseguentemente bisognerà capire come investire nei meccanismi di Difesa, aerei compresi. Un giudizio tecnico sugli F-35 non é di mia competenza”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Federica Mogherini.
Gianpiero Scanu, capogruppo Pd in commissione Difesa alla Camera ha, invece, asserito: “La nostra partecipazione al progetto non è in discussione. Ma, allo stesso tempo, considero impossibile che si possa procedere all’acquisto anche di un solo aereo senza che ci sia un riconoscimento unanime della sicurezza e della praticabilità di questo strumento”. Le notizie che arrivano dall’altra parte dell’Atlantico confermano che abbiamo fatto bene a volere una moratoria sugli F-35 e a chiedere il dimezzamento delle spese”, ha proseguito Scanu. “Certamente non compreremo nulla che non sia assolutamente affidabile, motivato e giustificato. Il rigore del Pentagono su questo ci tranquillizza”, ha infine affermato il capogruppo Pd.
Dopo l’annuncio della sospensione, l’Australia e la Corea del Sud hanno dichiarato di non aver cambiato idea sull’acquisto dei velivoli, ma pare che entrambi gli Stati stiano valutando attentamente la situazione.