Gli Expat sono i nostri connazionali che decidono di trasferirsi all’estero per motivi professionali.
Gli italiani che scelgono di cambiare paese aumentano di anno in anno. Nel 2018 i cittadini italiani residenti all’estero erano più di 5milioni.
Secondo i dati Istat nel 2019 la regione con maggiore migrazione internazionale è stata l’Emilia-Romagna (3,8 per mille) a seguire la Toscana (3,7) e la Lombardia (3,5), mentre Sicilia e Sardegna (0,6 per mille) si sono posizionate ai posti più bassi della classifica.
Talvolta il desiderio di avventurarsi all’estero rimane un sogno e non diventa realtà. La mancanza di punti di riferimento, di informazioni relativamente agli aspetti burocratici da affrontare diventano un limite.
Ad esempio quali sono i requisiti per aprire un’attività? Oppure quali sono di documenti da richiedere per ricongiungersi con un proprio familiare che ha già intrapreso questo percorso?
L’avvocatessa Maria Costanza Barducci titolare dello studio legale Barducci Law con sede a New York ,Miami e Firenze, si occupa da molti anni di fornire tutto il supporto necessario, per i nostri connazionali che scelgono di andare a vivere in America.
In questa intervista ci darà alcune importanti informazioni per saperne di più sul tema.
Avvocato da quanti anni svolge la sua professione in America?
Barducci Law e’ nata 7 anni fà, ed ha come finalità quella di facilitare il trasferimento della propria azienda/famiglia negli USA. Grazie alla mia esperienza personale e professionale offriamo delle consulenze mirate con delle tariffe competitive.
Cosa deve fare un cittadino Italiano per trasferirsi all’estero?
L’opzione più comune di trasferimento è quella con un visto E-2, da imprenditore. Questo visto consente di aprire un’attività di qualsiasi genere e di lavorare e vivere regolarmente, con la propria famiglia, negli USA. L’E-2 consente ai bambini di essere iscritti a scuola ed al coniuge di lavorare, se lo desidera. Quando si parla di “imprenditore” non ci sono limiti all’immaginazione di quello che si puo’ fare. Per impresa si intende dai servizi di traduzione, bar, negozi di alta moda ect., insomma, è un visto molto versatile. Il nostro studio legale offre l’esperienza giusta per seguire l’investitore in tutti gli step necessari, perché’ la domanda venga presentata in maniera efficace.
Quanto tempo ci vuole in media per concludere tutte le pratiche burocratiche?
Attualmente, a causa del COVID-19, le tempistiche si sono dilungate. Infatti, i consolati sono chiusi e non vengono rilasciati visti, ma si può cominciare a mettere insieme tutta la struttura necessaria per la richiesta del visto. In circostanze diverse da questa, il visto E-2, si può ottenere in pochi mesi dal momento dell’investimento con un’intervista che si svolge presso l’ambasciata americana a Roma.
I nostri expat rimangono in contatto con il suo studio legale anche dopo la conclusione del percorso?
Certo! Noi siamo molto fieri di questo. Una volta arrivati negli USA, ci sono tante altre questioni che devono essere risolte. Siamo disponibili e volenterosi nell’assistere su più fronti i nuovi arrivati. Abbiamo richieste di tutti i tipi. Le società spesso ci chiedono assistenza con i loro dipendenti, distributori, recupero crediti. Le famiglie necessitano di supporto nella scelta dalla scuola, o della nuova casa per vivere tutti insieme.
Da quale zona d’Italia arrivano il maggior numero di richieste di trasferimento e quale fascia d’età?
Abbiamo clienti un po’ da tutta Italia. Ultimamente, la maggior parte delle richieste arrivano dalle neo-famiglie, quindi tra i 27- 34 anni d’età e da piccole medie imprese che vogliano entrare nel mercato americano. Ci sono anche tante richieste da parte di persone più agè, che vogliano trascorrere il periodo invernale al caldo di Miami e ovviamente assistiamo anche loro.
Qual è la motivazione più frequente per cui un Italiano decide di trasferirsi?
In primis l’American Dream che spesso si vede nei film. Altri invece cercano un futuro migliore per i figli. In generale l’America da tante opportunità, ma bisogna saperle sfruttare e mettersi in gioco, per raggiungere certi risultati. Diciamo che niente è impossibile qui.
Qual è stato l’episodio o la vicenda che le è rimasta maggiormente impressa?
Quando un chirurgo plastico mi ha confidato che il suo sogno era aprire un ristorante, e ha lasciato tutto per venire in America con i figli ed aprire il ristorante che ha sempre desiderato.