Scioperi, ritardi e disservizi, queste le peculiarità della prima ferrovia urbana italiana, ovvero la linea cumana – circumflegrea, la cui storia è fatta di debiti e “buchi” di bilanci.
I disservizi sulla linea sono aumentati proprio la settimana scorsa, quando i lavoratori hanno dato vita ad uno sciopero bianco; ad aumentare i disagi dei pendolari si è poi aggiunta la comunicazione dell’EAV, Ente Autonomo Volturno, riguardo all’interruzione della tratta Fuorigrotta – Torregaveta, sostituita con un bus-navetta fino a data da destinarsi.
Quello che ha scatenato la rabbia del personale viaggiante sono quei 30 euro decurtati in busta paga. In una lettera inviata ai vertici EAV i lavoratori lamentano inoltre le turnazioni che sforano il normale orario di lavoro, applicate e mai sottoscritte con le delegazioni sindacali, le continue e sistematiche violazioni delle più basilari norme di sicurezza sul lavoro e i mancati requisiti di sicurezza sui convogli indispensabili alla tutela dei passeggeri che hanno spinto i lavoratori a scioperare.
Duro il monito dell’Assessore ai Trasporti e alla viabilità della Regione Campania Sergio Vetrella che ha voluto ironicamente fare i complimenti al personale viaggiante che ha partecipato allo sciopero bianco. La protesta durata cinque giorni ha provocato oltre 160mila euro di danni all’azienda, circa 32mila euro al giorno: dal 26 al 30 settembre scorsi sono state soppresse ben 420 corse (84 al giorno), con punte del 40% di cancellazioni delle 210 previste ogni giorno dal contratto di servizio. Tra ironia e non, si è poi aggiunta la minaccia di possibili penali che la Regione applicherà ai lavoratori per mancato rispetto del contratto di servizio.
Cosa invece ha spinto il personale viaggiante a scioperare sembra passato in secondo piano, ma certo le dichiarazioni dell’Assessore Vetrella non hanno trovato il placet degli ex lavoratori Sepsa, in primis dell’Avvocato ed ex amministratore Sepsa Raffaello Bianco che invece lamentano le gravi mancanze dell’azienda, e dunque della Regione, accollando le responsabilità del tracollo dell’ex azienda all’esecutivo Caldoro.
È con l’atto di fusione del 27 dicembre 2012 che il comparto TPL campano, segnato da 500 milioni di debiti, assume un nuovo aspetto: quello della società EAV srl in cui vengono incorporate le 3 società esercenti il trasporto ferroviario – Circumvesuviana, Metro Campania Nord-Est e Sepsa – partecipate dalla regione Campania. Vengono previsti piani di rientro per risanare il debito, la riduzione del 25% del personale, poi nel 2013 arrivano 156 milioni di euro, sono le risorse anticipate dalla Regione Campania per pagare creditori e nuovi treni.
Questo è lo scenario della Napoli periferica e popolare, di quella che poco ha a che fare con le nuove linee e stazioni, come quella di Toledo che è la più bella in Europa. Da primato italiano che fu, il panorama trasportistico partenopeo sembra oggi riflettere la società, multiforme e stratificata, con tratti avanguardisti, ma anche terzomondisti, dove chi non è sotto i riflettori solo urla per un pò di dignità.