(Adnkronos) – La Corte di Assise di Appello di Taranto, sezione distaccata della Corte di Appello di Lecce, ha annullato la sentenza di primo grado con cui il 31 maggio del 2021 vennero condannati i vertici dell’ex Ilva, in particolare i due membri della famiglia Riva, Fabio e Nicola, figli dell’ex patron Emilio, all’epoca scomparso, oltre a ex direttori di stabilimento, manager e politici coinvolti nell’inchiesta ‘Ambiente Svenduto’ sul disastro ambientale provocato negli anni dallo stabilimento siderurgico del capoluogo jonico. Questo comporta lo spostamento del processo d’appello a Potenza.
Accolta la richiesta della difesa della famiglia Riva secondo la quale i giudici di primo grado, residenti a Taranto, non avrebbero avuto la serenità necessaria per pronunciarsi e sarebbero stati a loro volta parti offese del procedimento. Sono esterrefatto! L’inquinamento è stata un’invenzione? Morti e malattie non hanno responsabilità? Questa non è giustizia. Con questa decisione, su Taranto si infligge l’ennesima ferita dopo il disastro sanitario. I dati parlano chiaro.
Siamo di fronte a uno dei disastri sanitari e ambientali più gravi della storia italiana ed europea, che ha causato troppe vittime, soprattutto tra i bambini. L’indagine epidemiologica dell’Istituto Superiore di Sanità lo conferma in maniera inequivocabile. Oggi, questa sentenza che annulla quanto stabilito in primo grado non rappresenta un atto di giustizia, ma una ferita inferta a chi ha già pagato un prezzo altissimo con la propria salute e con la propria vita”, conclude.
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