Si inaugurerà a Viterbo presso il Kyo Noir Studio (Via Maria Santissima Liberatrice, 14) la nuova serie di mostre della “Ex Africa semper aliquid novi” create per far approfondire al grande pubblico l’arte e gli artisti contemporanei africani, protagonisti negli ultimi anni della scena artistica internazionale.
Titolo, quello della mostra, tratto dalla citazione di Plinio il Vecchio che dal latino significa “dall’Africa sempre qualcosa di nuovo” e che vuole essere l’incipit di tutta la serie di mostre ed eventi.
Il secondo Focus on è su Esther Mahlangu pittrice nota a livello internazionale che ha partecipato alle più importanti esposizioni da Magiciens de la Terre adAfrica Remix ed è presente nelle più importanti istituzioni, musei e collezioni private nel mondo. Le sue opere sono apprezzate anche nel suo paese il Sudafrica, dove è molto famosa. Partendo da Mabhoko, il villaggio dove vive, ha girato il mondo per far conoscere la tradizione pittorica Ndebele.
Come da pratica locale Esther comincia a dipingere giovanissima sotto la guida della nonna e della madre, tali dipinti decorano le case delle abitazioni e vengono rinnovati in occasione del rito di passaggio degli uomini all’età adulta ed infatti la tradizione pittorica era affidata esclusivamente alle donne.
Esther Mahlangu come ha affermato durante l’intervista ad Antonella Pisilli, ha trasferito tutte le sue conoscenze sia alle ragazze che ai ragazzi della sua tribù per formare un piccolo esercito di persone in grado di decorare in stile Ndebele ogni luogo in giro per il pianeta, questo permetterà alla sua arte e la sua cultura di diffondersi nel tempo.
Il classico dipinto Ndebele, risulta dalla combinazione di moduli formali geometrici, la forma triangolare è ripetuta con una certa regolarità, le figure realizzate attraverso un netto tratto nero su fondo bianco, i colori interni sono piatti e molto vivaci con un’alternanza e simmetria molto decisa.
Da una cultura antica africana giungiamo ad una fenomenologia della forma dove l’elemento spontaneo trascina con sé una serie di valenze, dove l’astrazione della realtà ci induce ad un processo simbolico rappresentativo di una cultura. Il significante cioè l’elemento astratto prende il sopravvento sull’elemento figurativo cioè il significato. L’arte astratta geometrica della tribù Ndebele sembra molto vicina ai concetti puri dell’astrazione tanto cari ai suprematisti, la pura sensibilità delle forme diventa la vera essenza ed universalità dell’arte.
Ester Mahlangu ha trasferito queste geometrie su vari supporti dalla tela, alle automobili, dagli aerei al design, l’esperienza estetica, che il processo di contaminazione produce e rimanda alla tradizione Ndebele, l’aver contaminato il mondo e averci trasferito la sua tradizione culturale è il vero processo artistico compiuto dalla pittrice.