La svolta federalista del 2001
La svolta federalista del 2001 che comporta la modifica dell’Art. 117 della Costituzione segna un importante cambiamento anche per il diritto del lavoro.
Nel 2001 viene riscritto l’Art. 117 che assegna le competenze tra Stato e regioni, introducendo un nuovo modo di affidarle. Alcune materie sono a competenza esclusiva, ovvero per una determinata materia soltanto lo Stato o le regioni hanno la competenza. Altre materie sono a competenza concorrente, questo significa che sia Stato che regioni hanno competenze sulla materia.
In materia di tutela e sicurezza del lavoro la competenza è concorrente. come per la tutela della persona nel mercato del lavoro Per la materia inerente alla formazione professionale la competenza è esclusiva delle regioni. Per la disciplina del contratto di lavoro (che è materia del Codice civile), la competenza è esclusiva dello Stato.
Nel 2006 il governo Prodi ritocca la legge Biagi, attraverso il decreto legislativo 81/2008 in materia di sicurezza. Successivamente nel 2008 il governo Berlusconi cambia nuovamente le regole lavoristiche in modo più flessibile. Nel 2011 il governo di Mario Monti cambia le regole lavoristiche un’altra volta. Con la legge Fornero viene riscritta la legge sulle pensioni e tutte le regole del diritto del lavoro.
Il governo Renzi e il Job Act
Il governo Renzi con la legge delega del 2014 e 8 decreti delegati riscrive il diritto del lavoro riducendo le tutele nel rapporto di lavoro e incrementando le tutele nel mercato del lavoro.
Con il Job Act l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è fortemente ridimensionato e con esso le tutele lavoristiche.
A seguito della sconfitta di Matteo Renzi in merito al referendum costituzionale volto a rimuovere la competenza concorrente Stato-regioni, sopraggiunge il governo Gentiloni. Il quale conferma le politiche renziane di tutela del lavoro e introduce il REI (Reddito di inclusione) come strumento di lotta alla povertà.