In concomitanza con la 57. Biennale di Venezia, il Museo di Palazzo Grimani presenterà Evocative Surfaces, un’installazione di dipinti di ampio formato opera dell’artista Beverly Barkat. L’allestimento prevede una serie di pannelli in pvc dipinti, realizzati appositamente per gli spazi del Palazzo. Outset Contemporary Art Fund offre il proprio patrocinio alla mostra.
“L’ispirazione per Evocative Surfaces è scaturita da Palazzo Grimani e dall’energia che lo pervade”, afferma Barkat, la cui scelta per il proprio progetto di pittura è caduta espressamente su Palazzo Grimani. “Voglio che i miei pezzi siano qualcosa di più che semplici opere esposte al Palazzo; voglio creare un dialogo vero tra antico e contemporaneo, tra lo spazio architettonico e i miei dipinti.”
Questo magnifico edificio, uno dei pochi palazzi rinascimentali presenti a Venezia, vede tra i suoi progettisti alcuni tra i più influenti architetti dell’epoca – Palladio, Serlio e Sansovino – e vanta decorazioni e affreschi di straordinario pregio, tra cui anche un nudo di Giorgione.
L’idea di Barkat è di posizionare i propri dipinti ovunque nelle diverse stanze del Palazzo, affinchè gli ambienti riecheggino della grandiosa opulenza visiva e iconografica della dimora patrizia che li ospita e lasciando che esaltino l’importanza attribuita alla pittura nel tardo Cinquecento.
Allora considerati “oggetti di intrattenimento”, i dipinti erano parte integrante dell’impianto decorativo d’insieme, volti ad evocare la grandeur di casa Grimani, nonché della Repubblica di Venezia e dei relativi governanti, attraverso l’uso di un apparato iconografico di ispirazione arcadica.
Nella sala principale del Palazzo, Barkat crea un’installazione site-specific in linea con gli interni architettonici e la luce naturale che permea lo spazio. Essa comprende dodici monumentali pitture su pannelli in pvc semi-trasparenti, che pendono dalle travi lignee del soffitto sviluppandosi a tutta altezza. Queste opere, a mo’ di vele, si lasciano dolcemente trasportare dalla brezza che entra dalle finestre e fluttuano al passaggio dei visitatori che si muovono tra i dipinti.
Appesi in prossimità delle finestre, i pannelli sono dipinti fronte e retro e presentano immagini sovrapposte che interagiscono con spazio e luce. Ciascun lato del pannello racchiude in sé una specifica unità pittorica e, al contempo, rinvia al lato retrostante. La sovrapposizione di stesure, generata dalla successione di gesti pittorici astratti, si amalgama a formare figurazioni che richiamano i paesaggi bucolici degli interni del Palazzo. La dualità del supporto, unitamente alla profusione di luce naturale che vi filtra attraverso, evoca idee di trasparenza, specularità e fluidità, che interagiscono con il contesto veneziano dando vita a uno spazio di contemplazione.
A seguire, il commento di Daniele Ferrara, direttore del Museo di Palazzo Grimani e del Polo Museale Veneto: “Barkat fonde antico e contemporaneo…Come gli artisti del Rinascimento, come Giovanni Grimani, Beverly Barkat si immerge completamente in progetti architettonici, sollecitata dall’uso di nuovi materiali e dalla ricerca del potenziale e dell’energia insiti nello spazio architettonico. Il contributo più importante di Barkat penso sia proprio la rilettura dello spazio compiuta dalla sua pittura, che a sua volta diviene ‘architettura’. Una proposta feconda di rimandi, di possibili sviluppi, lontana da dogmi; aperta sulla realtà come sull’immaginazione, sui sogni.”
La pratica pittorica di Barkat è radicata in un perenne dialogo con la storia dell’arte, mentre il suo interesse per la trasparenza e la luminosità del colore è riconducibile anche ai primi lavori legati alla lavorazione del vetro. Il duplice sostrato dell’artista, che vede da un lato la lavorazione del vetro e dall’altro la pittura, permette a Barkat di considerare i propri dipinti in un’ottica tridimensionale, di trasporne i temi nel mondo del subliminale e in figurazioni astratte. Interessata all’interazione tra colori, linee, forme e consistenze, l’artista crea opere dalle ricche sovrapposizioni, con composizioni dinamiche che risultano, al contempo, vigorose e liriche.
Per l’esposizione allestita a Palazzo Grimani, Barkat ha iniziato a lavorare sui grandi formati, ricorrendo a gesti pittorici che ricordano l’action painting. Il supporto in pvc è disposto sul pavimento, l’artista vi si stende letteralmente sopra per distribuirvi pennellate fluide, muovendosi senza posa e assumendo, di conseguenza, posizioni sempre nuove, in un flusso di movimento spontaneo e istintivo.
Evocative Surfaces, il progetto in chiave solista di Beverly Barkat, va ad ampliare l’assiduo interesse dell’artista rispetto a quella confluenza tra antico e contemporaneo che oggi è più che mai attuale. In linea con il tema scelto da Christine Macel per la prossima edizione della Biennale, scopo di tale allestimento è porre in primo piano la produzione e il lavoro di un singolo artista visivo. Una stanza di Palazzo Grimani sarà dedicata alla ricostruzione dell’atelier dell’artista, a Gerusalemme, e consentirà in tal senso di gettare uno sguardo sul suo lavoro quotidiano e l’incessante ricerca di colori, forme e consistenze. A corredo della mostra vi saranno anche un’installazione di dipinti circostanti l’ingresso al Palazzo, un videodocumentario che ritrae l’artista all’opera e incontri aperti al pubblico.
In concomitanza con la 57. Biennale di Venezia, il Museo di Palazzo Grimani presenterà Evocative Surfaces, un’installazione di dipinti di ampio formato opera dell’artista Beverly Barkat. L’allestimento prevede una serie di pannelli in pvc dipinti, realizzati appositamente per gli spazi del Palazzo. Outset Contemporary Art Fund offre il proprio patrocinio alla mostra. “L’ispirazione per Evocative Surfaces è scaturita da Palazzo Grimani e dall’energia che lo pervade”, afferma Barkat, la cui scelta per il proprio progetto di pittura è caduta espressamente su Palazzo Grimani. “Voglio che i miei pezzi siano qualcosa di più che semplici opere esposte al Palazzo; voglio creare un dialogo vero tra antico e contemporaneo, tra lo spazio architettonico e i miei dipinti.” Questo magnifico edificio, uno dei pochi palazzi rinascimentali presenti a Venezia, vede tra i suoi progettisti alcuni tra i più influenti architetti dell’epoca – Palladio, Serlio e Sansovino – e vanta decorazioni e affreschi di straordinario pregio, tra cui anche un nudo di Giorgione. “Il Palazzo è permeato da un’intensa presenza pittorica, che io restituisco nei miei lavori – il riferimento va in particolare a uno dei tesori del Palazzo, un affresco di Giorgione raffigurante un nudo”, afferma Barkat. “Ho lavorato per molti anni sul nudo, nel mio atelier, nell’intento di comprendere meglio il movimento della linea. A Palazzo Grimani linea e colore, architettura e pittura si fondono senza soluzione di continuità, completandosi a vicenda, ed è in questo dialogo che si inseriscono le mie opere.” L’idea di Barkat è di posizionare i propri dipinti ovunque nelle diverse stanze del Palazzo, affinchè gli ambienti riecheggino della grandiosa opulenza visiva e iconografica della dimora patrizia che li ospita e lasciando che esaltino l’importanza attribuita alla pittura nel tardo Cinquecento. Allora considerati “oggetti di intrattenimento”, i dipinti erano parte integrante dell’impianto decorativo d’insieme, volti ad evocare la grandeur di casa Grimani, nonché della Repubblica di Venezia e dei relativi governanti, attraverso l’uso di un apparato iconografico di ispirazione arcadica. Nella sala principale del Palazzo, Barkat crea un’installazione site-specific in linea con gli interni architettonici e la luce naturale che permea lo spazio. Essa comprende dodici monumentali pitture su pannelli in pvc semi-trasparenti, che pendono dalle travi lignee del soffitto sviluppandosi a tutta altezza. Queste opere, a mo’ di vele, si lasciano dolcemente trasportare dalla brezza che entra dalle finestre e fluttuano al passaggio dei visitatori che si muovono tra i dipinti. Appesi in prossimità delle finestre, i pannelli sono dipinti fronte e retro e presentano immagini sovrapposte che interagiscono con spazio e luce. Ciascun lato del pannello racchiude in sé una specifica unità pittorica e, al contempo, rinvia al lato retrostante. La sovrapposizione di stesure, generata dalla successione di gesti pittorici astratti, si amalgama a formare figurazioni che richiamano i paesaggi bucolici degli interni del Palazzo. La dualità del supporto, unitamente alla profusione di luce naturale che vi filtra attraverso, evoca idee di trasparenza, specularità e fluidità, che interagiscono con il contesto veneziano dando vita a uno spazio di contemplazione. A seguire, il commento di Daniele Ferrara, direttore del Museo di Palazzo Grimani e del Polo Museale Veneto: “Barkat fonde antico e contemporaneo…Come gli artisti del Rinascimento, come Giovanni Grimani, Beverly Barkat si immerge completamente in progetti architettonici, sollecitata dall’uso di nuovi materiali e dalla ricerca del potenziale e dell’energia insiti nello spazio architettonico. Il contributo più importante di Barkat penso sia proprio la rilettura dello spazio compiuta dalla sua pittura, che a sua volta diviene ‘architettura’. Una proposta feconda di rimandi, di possibili sviluppi, lontana da dogmi; aperta sulla realtà come sull’immaginazione, sui sogni.” La pratica pittorica di Barkat è radicata in un perenne dialogo con la storia dell’arte, mentre il suo interesse per la trasparenza e la luminosità del colore è riconducibile anche ai primi lavori legati alla lavorazione del vetro. Il duplice sostrato dell’artista, che vede da un lato la lavorazione del vetro e dall’altro la pittura, permette a Barkat di considerare i propri dipinti in un’ottica tridimensionale, di trasporne i temi nel mondo del subliminale e in figurazioni astratte. Interessata all’interazione tra colori, linee, forme e consistenze, l’artista crea opere dalle ricche sovrapposizioni, con composizioni dinamiche che risultano, al contempo, vigorose e liriche. Per l’esposizione allestita a Palazzo Grimani, Barkat ha iniziato a lavorare sui grandi formati, ricorrendo a gesti pittorici che ricordano l’action painting. Il supporto in pvc è disposto sul pavimento, l’artista vi si stende letteralmente sopra per distribuirvi pennellate fluide, muovendosi senza posa e assumendo, di conseguenza, posizioni sempre nuove, in un flusso di movimento spontaneo e istintivo. Evocative Surfaces, il progetto in chiave solista di Beverly Barkat, va ad ampliare l’assiduo interesse dell’artista rispetto a quella confluenza tra antico e contemporaneo che oggi è più che mai attuale. In linea con il tema scelto da Christine Macel per la prossima edizione della Biennale, scopo di tale allestimento è porre in primo piano la produzione e il lavoro di un singolo artista visivo. Una stanza di Palazzo Grimani sarà dedicata alla ricostruzione dell’atelier dell’artista, a Gerusalemme, e consentirà in tal senso di gettare uno sguardo sul suo lavoro quotidiano e l’incessante ricerca di colori, forme e consistenze. A corredo della mostra vi saranno anche un’installazione di dipinti circostanti l’ingresso al Palazzo, un videodocumentario che ritrae l’artista all’opera e incontri aperti al pubblico. |