8.848 metri: è questa l’altezza della vetta più iconica al mondo: l’Everest. E’ questo anche il target della sfida ciclistica non nuovissima ma che con la pandemia ha visto un particolare slancio. Una sfida faticosa e che richiede una certa preparazione ma alla fine la soddisfazione che dà la sensazione di aver scalato il monte Everest a bordo della propria bici non ha eguali, questo è l’everesting.
Everesting, ovvero scalare il monte Everest in bici
Le regole per partecipare all’Everesting sono tre:
- scalare con la propria bici fino ad arrivare all’altezza dell’Everest, 8.848 metri;
- scegliere un qualsiasi pendio nel mondo;
- raggiungere il target senza nessun limite di tempo ma senza dormire.
Il concetto di fondo dell’Everesting, infatti, non è scalare il monte Everest ma arrampicarsi su un pendio che porti il ciclista alla stessa altezza. Si sceglie, dunque, un percorso in salita e lo si ripercorre tante volte consecutive quante servono per arrivare ai 8.848 metri di altezza. Quindi, se il percorso scelto ha un dislivello minimo, dovrà essere ripetuto più volte rispetto a uno con un dislivello maggiore. Nel corso dell’impresa i ciclisti possono beneficiare di aiuti da parte di parenti, amici o semplici appassionati che porgono loro acqua e cibo. E’ chiaro che la sfida richiede una preparazione fisica specifica, sia nel caso di forti dislivelli che in quelli più dolci, un po’ come per la maratona.
Everesting e maratona
Come per la maratona, appunto, sono previsti percorsi di diversa lunghezza (42,195, 21,037 e 10 chilometri), anche per l’Everesting ci sono più versioni. In questo caso, le diversità non riguardano la lunghezza del percorso ma l’altezza da raggiungere. 8.848 è l’altezza completa, 4.424 la sua metà, poi c’è la 10 chilometri. Quest’ultima versione, infine, prevede due ulteriori alternative: la “Everesting 10k” e la “Everesting Roam”. La prima consiste nel raggiungimento di quota 10.000 metri senza coprire una distanza minima ma in un unico giro, non esiste limite di tempo e non è ammesso dormire fino al raggiungimento della meta. La “Everesting Roam”, invece, prevede sempre il raggiungimento dell’altezza di 10.000 metri, stavolta con la copertura di una distanza minima di 400 chilometri in un tempo massimo di 36 ore ed è possibile dormire prima di raggiungere il traguardo. Per l’Everesting non occorre necessariamente un bicicletta, la sfida è aperta anche ai corridori.
Un fenomeno globale
Nel mondo del ciclismo la “scalata del monte Everest” è un fenomeno in costante diffusione. A oggi la sfida coinvolge 109 Paesi nei quali sono stati percorsi 164.779.280 metri in salita, 6.454.774 sono i chilometri coperti da chi ha completato gli everesting e 20.024 sono gli everesting portati a termine. Per chiunque voglia sondare e superare i propri limiti fisici, i punto di riferimento è everesting.cc. Il sito web non solo illustra le regole, ma offre anche le linee guida per l’allenamento e gli strumenti ad hoc. Grazie all’App Strava, un must have per ciclisti e corridori, è possibile scegliere il percorso e inserendolo nella piattaforma di everesting.cc si ottiene l’indicazione di quante volte va eseguito per arrivare a meta. Le guide di everesting, disponibili anche per smartphone, consentono di iscriversi alla sfida, monitorarla fino al successo quando si conquista un posto nella “Hall of fame”.
In copertina foto da Pixabay