L’eutanasia in Svizzera per quanto ancora sarà, se non l’unica, una delle poche possibilità di morire volontariamente per porre fine alle proprie sofferenze? In Italia il fine vita continua a essere un tema molto divisivo e perciò difficile da regolamentare. La legge sull’eutanasia è ferma al Senato e la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile l’inclusione dell’eutanasia tra i quesiti referendari.
Il caso Ridolfi
Secondo una sentenza della Corte costituzionale, i malati che sono tenuti in vita da trattamenti come l’idratazione e l’alimentazione artificiale, sono affetti da patologie irreversibili che procurano sofferenze psichiche e fisiche intollerabili, se sono in grado di prendere decisioni lucide e consapevoli, possono accedere alla pratica del suicidio assistito. Fabio Ridolfi, 46 anni e da 18 immobilizzato su un letto per una tetraparesi, quattro mesi fa aveva espresso la sua volontà di morire e inoltrato la richiesta. Nel mese di maggio il Comitato etico aveva dato esito positivo dopo aver verificato la sussistenza delle condizioni richieste per il suicidio assistito. Il responso, però, mancava di due indicazioni fondamentali: le modalità del suicidio e il farmaco da assumere. Due “dettagli” che nella sostanza hanno reso inapplicabile il consenso. Fabio ha quindi scelto la sedazione profonda che lo ha portato alla morte in sei ore.
La legge sul fine vita
Cosa prevede il disegno di legge sull’eutanasia presentato in parlamento e a che punto è? Vediamo i punti chiave:
- può fare richiesta di morte volontaria medicalmente assistita il malato con patologia irreversibile e prognosi infausta o con una condizione clinica irreversibile le cui sofferenze siano ritenute intollerabili e quelli mantenuti in vita da trattamenti artificiali la cui sospensione provocherebbe la morte;
- il medico deve redigere un rapporto dettagliato e presentarlo al Comitato di valutazione clinica che dovrà dare esito favorevole;
- con il coinvolgimento delle Aziende Sanitarie territoriali o delle aziende ospedaliere di riferimento la pratica sarà espletata a domicilio o presso la struttura ospedaliera;
- i medici e il personale sanitario coinvolti nella pratica non sono punibili. Per loro è previsto l’esercizio dell’obiezione di coscienza tramite la presentazione preventiva di una dichiarazione.
Il disegno di legge, approvato alla Camera lo scorso 10 marzo, ha iniziato il suo iter al Senato.
Eutanasia Svizzera, Belgio e Olanda
I Paesi europei che hanno legalizzato la pratica dell’eutanasia e del suicidio assistito sono, oltre alla Svizzera, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Spagna e Germania. La Svizzera è il Paese più “anziano” da questo punto di vista avendo regolarizzato il suicidio assistito nel 1942, quindi ottant’anni fa. Paesi Bassi e Belgio si sono dotati di una legge nel 2002, Lussemburgo nel 2009, Spagna dal 2021. In Germania, invece, il suicidio assistito è depenalizzato dal 2020. Nei Paesi Scandinavi e nel Regno Unito, è legale solo l’eutanasia passiva mentre sono illegali l’eutanasia attiva e il suicidio assistito. Per eutanasia passiva si intende l’interruzione delle cure che tengono in vita il paziente, per esempio spegnere le macchine di supporto. In Francia, come in Italia, è legalizzata la sedazione profonda. Il Portogallo sta vivendo anch’esso un iter verso la legalizzazione dell’eutanasia piuttosto difficile.
In copertina foto di Engin Akyurt da Pixabay