Nei prossimi tre mesi, la peggiore siccità che ha colpito l’Etiopia negli ultimi 50 anni potrebbe avere conseguenze ancora più devastanti per la popolazione, visto l’incombere della stagione di magra, il periodo dell’anno tra la semina e il raccolto in cui il cibo tradizionalmente scarseggia. In questo momento critico, la risposta della comunità internazionale sarà pertanto di cruciale importanza, afferma Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini in pericolo e a tutelare i loro diritti.
Si stima che 10,2 milioni di persone, tra cui più di 5,5 milioni di bambini, continueranno a dipendere dagli aiuti alimentari di emergenza, almeno fino ai raccolti previsti nel mese di novembre. Se, da un lato, molto è stato fatto per aiutare le persone più a rischio, dall’altro Save the Children rivolge un appello ai donatori e alla comunità internazionale, esortandoli a portare a termine il lavoro che è stato iniziato.
Soltanto nei primi tre mesi del 2016, sono stati registrati 108.000 casi di bambini che soffrono di malnutrizione acuta grave e questa impennata, secondo il personale di Save the Children che opera nelle cliniche mediche in Etiopia, è destinata a continuare anche durante i mesi estivi. Considerato che le conseguenze dei raccolti andati perduti lo scorso anno e della dipendenza dagli aiuti alimentari saranno ancora più evidenti nelle prossime settimane e mesi, si prevede che i livelli di malnutrizione acuta grave e di malnutrizione acuta moderata raggiungeranno il picco nel mese di agosto.
Come emerge dal nuovo rapporto di Save the Children ‘Two Years of Drought Response in Ethiopia’ (‘Due anni di risposta alla siccità in Etiopia’), a due anni dall’inizio della crisi alimentare, la siccità seguita al fenomeno climatico El Niño sta continuando a colpire i bambini e le loro famiglie in molti modi, tra cui l’insicurezza alimentare, la malnutrizione, la carenza d’acqua e la grave interruzione del percorso scolastico per più di un milione di bambini.