I dinosauri e la loro estinzione sono tra i misteri più grandi che gli scienziati vogliono svelare. Il grande asteroide che ha colpito la Terra ed “eliminato” i dinosauri potrebbe, però, non essere stato l’unico. Alcuni studiosi ed esperti dell’Arizona University hanno trovato prove concrete di un cratere da impatto di un asteroide sotto l’Oceano Atlantico settentrionale. La scoperta potrebbe indurre i ricercatori a ripensare in maniera forte a come i dinosauri si siano estinti. Quindi, è possibile che sia stato più di un asteroide ad aver colpito la Terra?
Dinosauri e la loro estinzione: nuovi studi emergono
Il team afferma con certezza che il cratere sia stato causato da un asteroide arrivato sulla Terra circa 66 milioni di anni fa. Questo periodo temporale coincide più o meno con quello in cui l’asteroide Chicxulub ha colpito il nostro pianeta al largo delle coste dell’odierno Yucatan, in Messico. Parliamo del corpo celeste che ha “spazzato” via i dinosauri.
Con un diametro di oltre 8 chilometri, il cratere sottomarino è stato scoperto utilizzando misurazioni sismiche, che hanno consentito agli scienziati di sondare ciò che si trovava in profondità sotto la superficie terrestre.
Il nuovo “cratere” ritrovato
Il ritrovamento viene descritto minuziosamente all’interno della rivista Science Advance dalla coautrice dello studio Veronica Bray, ricercatrice presso il Lunar and Planetary Laboratory dell’Università dell’Arizona e specializzata in crateri da impatto rinvenuti in tutto il sistema solare.
Il sito meteorico in questione si chiama Nadir e prende il nome da una vicina montagna sottomarina. Il cratere è rimasto sepolto fino a quasi 400 metri sotto il fondale marino ed a circa 400 chilometri al largo della costa della Guinea, nell’Africa occidentale.
Il team ritiene che, l’oggetto celeste che ha creato il cratere, potrebbe essersi formato dalla rottura di un asteroide genitore. Una scoperta dalla doppia importanza perché se confermato, potrà essere annoverato tra i pochi crateri da impatto marini confermati sulla Terra. Attraverso moltissime simulazioni al computer è stato determinato che il cratere sottomarino ha poi generato un effetto devastante sul nostro pianeta.
Le parole degli studiosi dell’Arizona
“Dovrebbe aver generato uno tsunami di 900 metri di altezza, oltre ad un terremoto di magnitudo superiore a 6.5. Sebbene sia molto più piccolo del cataclisma globale dell’impatto di Chicxulub, Nadir avrà sicuramente contribuito in modo significativo alla devastazione locale” ha affermato la ricercatrice Bray.
“E se abbiamo trovato lui, si apre dunque la domanda: ce ne sono stati altri?“, questa la domanda che si è posta a ricercatrice. “Il cratere Nadir è una scoperta incredibilmente eccitante. Un secondo impatto vicino nel tempo all’estinzione del Cretaceo-Paleogene ha un enorme valore scientifico. La sua stessa esistenza ci richiede di indagare sulla possibilità di ulteriori impatti nell’ultimo Cretaceo” ha, infine, aggiunto il coautore dello studio Sean Gulick, esperto di impatti presso l’Università del Texas ad Austin.
Foto di Michael Watts da Pixabay