Estate

L’estate è quella cosa in cui stendi i panni, ti giri per prendere la molletta e la maglietta è già asciutta.
Piegata a metá sul filo.
Secca bresca.
La tiri su e rimane rigida.
Tipo pane carasau con le maniche.
Le mutande sono disidratate, accartocciate, se le stringi troppo si sbriciolano.
Le mutande di wafer.
E le lenzuola? Ci puoi fare il surf.
Il lenzuolo lo stacchi e lo tiri su dal balcone come una lastra di vetro.
Devi stare all’occhio perchè se lo sollevi troppo sbatti contro il balcone di sopra e ti si scheggia.
Una volta tirato dentro in casa lo pieghi, dai una ginocchiata nel centro e si spacca a metà.
Da bambina mia mamma mi chiamava PAAAAAAAOLAAAAA! Aiutami a piegare le lenzuola!!
Per non stirarle il trucco era piegarle bene, e per piegarle bene dovevi tirarle un po’.
PRENDI I DUE ANGOLI E TIRA!
Ecco…
TIRAAA!!
Ecco!
TIIRAAAAAAAAAA!
ECCOOOOOOOOOOOOOOO!!!!
Caricata a molla tiravo con tutta la forza che avevo, quante lenzuola sono state sparate nella mesosfera con le falangi di mia madre attaccate.
TIRAAAAAAAAAAAAAA!
Salivano i vicini e finiva sempre tutto in combattimenti clandestini, stile Fight Club con pile di lenzuoli piegati.
Più di una volta ci hanno mandato i carabinieri, ma non credo sia l’occasione ideale per parlarne.
Stendere in estate è bellissimo, il sole, il caldo, i panni profumati che in 14 minuti si asciugano.
Esci in balcone con la tua tinozza e incontri la vicina che raccoglie i calzini.
‘Giorno signora!
‘Giorno!
Sorridente.
Toglie le mollette dai calzini del marito, li afferra CRACK.
Sbriciolato.
Ne prende un altro CRAACK.
Andato.
Continua a sorridere, ne branca un altro CRACCK
Polverizzato.
Finge noncuranza mentre tritura anche l’ultimo calzino secco a 85gradi del marito, raccoglie il cestino delle mollette, soffia le ceneri dalla balaustra e mi saluta
‘Giorno!
‘Giorno signora, a lei di nuovo e a suo marito.
Ti saluta la vicina, oggi ti metti i sandali senza calze che fa caldo eh…