(Adnkronos) – Temperature miti, aria pulita, movimento fisico, buona alimentazione, natura e niente stress. Le vacanze estive in montagna hanno tutti gli ingredienti giusti per favorire il benessere a 360 gradi, nel corpo e nello spirito.
E gli studi scientifici confermano anche i benefici a lungo termine, certificando che chi vive in quota ha più chance di longevità rispetto a chi vive in colina o al mare, come racconta all’Adnkronos Salute Vittore Verratti, docente di Scienze dell’esercizio fisico e dello sport all’Università D’Annunzio di Chieti, che il 13 luglio a Pizzoferrato modererà parte del convegno ‘Montagna e benessere: dalla ricerca alle soluzioni cliniche’.
“In generale, in un tempo in cui il riscaldamento globale crea disagi di temperatura sulle basse quote, come stiamo vedendo in questi giorni – spiega Verratti – in montagna il problema è ridotto, si avverte di meno. E’ un elemento che permette, soprattutto alle persone anziane, di fare delle vacanze in grado di dare refrigerio, quindi davvero riposanti, ed è molto importante sul piano della salute. Poi c’è l’aspetto legato alla serenità della vita in montagna.
È un valore aggiunto, soprattutto per coloro i quali vivono nelle grandi città”. I benefici, più nel dettaglio, “sono legati allo stile di vita, alla possibilità comunque di avere una qualità del quotidiano più serena, più a misura umana”. Poi “c’è il bosco – continua – che è un luogo dove l’uomo si riconcilia con la parte ancestrale che lo contraddistingue, ottenendo un beneficio psicologico nello stare immerso nella sacralità del bosco”. Importante anche l’alimentazione, “un aspetto di cui parleremo al convegno del 13 luglio.
Il cibo di montagna è un altro valore aggiunto: il più delle volte si utilizza il chilometro zero, si è lontani dalle grandi distribuzioni, quindi i piccoli produttori riescono a ottemperare alle necessità delle popolazioni ridotte”, sottolinea l’esperto. Ci sono, dunque, molti elementi che contribuiscono a una vita salutare che incide anche sulla sua durata.
“Uno studio che abbiamo realizzato all’Università di Chieti – riferisce il docente – ha analizzato una serie di paesini dell’entroterra abruzzese, comparando la longevità in questi paesi con quella delle aree collinari e costiere. E ne è venuto fuori che i piccoli borghi montani, soprattutto quelli sopra i 600 metri, rispecchiano un andamento di ultralongevità interessante che si sovrappone ai dati delle ‘blue zone’ (aree in cui l’aspettativa di vita e superiore a quella media globale), per esempio Okinawa in Giappone, l’Olgliastra in Sardegna, l’Icaria in Grecia”, ricorda Verratti. Questa ‘evidenza di longevità’, “in qualche modo – rimarca Verratti – rappresenta anche una cartina al tornasole di quello che può essere la relazione con la salute che contraddistingue questi luoghi della montagna.
È chiaro che le variabili sono tante: alimentazione, attività fisica, che sicuramente è un aspetto determinante, serenità. Questo mix, dati alla mano, indica la possibilità di avere effetti positivi sulla longevità. Non possiamo generalizzare nulla, ma che la montagna sia un luogo salutare è una certezza basata sulle evidenze”. Ovviamente “non basta una vacanza – precisa il docente – ma qualche beneficio si ottiene anche nello spazio delle ferie estive”. In particolare “nella fascia d’età sopra ai 60 anni è un luogo particolarmente adatto a rigenerarsi, così come è indicato per le persone che cercano serenità, refrigerio e tranquillità”.
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