Un impegno per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Soprattutto tra i più giovani, categoria più a rischio di patologie, anche per comportamenti sessuali poco corretti.
Nella Sala Posillipo del Centro Europeo di Studi (CEuS) di Nisida (via Nisida n.59) ci sarà la presentazione del programma “Cuori Ribelli” nell’ambito de “La ragnatela di Venere”, campagna di informazione e prevenzione contro le malattie sessualmente trasmissibili. All’evento è prevista la partecipazione del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e tra gli altri interverranno – coordinati da Mario Delfino, Professore Associato di Dermatologia e Venereologia Clinica alla Federico II di Napoli – Maria Triassi direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Gabriella Fabbrocini, membro del Consiglio Superiore di Sanità, oltre a Gianluca Guida direttore dell’Istituto penale per minorenni di Nisida.
Al centro dell’incontro, le politiche per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, non solo l’Aids ma anche la sifilide. “Sono patologie virali sempre presenti tra noi – spiega Maria Triassi – per questo motivo serve una buona formazione e informazione di educazione sanitaria che parta dalle scuole, ma diffusa anche tra le famiglie, purtroppo non si fa abbastanza in questo senso. Soprattutto, ai giovani va detto che bisogna stare attenti ai rapporti non protetti. Le famiglie devono educare i ragazzi a una sessualità consapevole e responsabile, ricordando che non è impossibile capire che se la persona con cui si hanno rapporti sessuali sia ammalata o meno”.
Per Mario Delfino, consigliere dell’Ordine dei Medici di Napoli e coordinatore dell’incontro, “c’è bisogno di tanta prevenzione sulle malattie sessualmente trasmissibili, investendo sulle popolazioni a rischio, con dialogo e informazione nelle case famiglia, insistendo sul corretto stile di vita, contro le dipendenze, alcol, droga dipendenza dalla pornografia che espongono i ragazzi e a comportamenti sessuali ad alto rischio.
Con un occhio di riguardo ai giovani più fragili. L’Oms dice che i farmaci ci sono, vanno corretti i comportamenti sessuali, dobbiamo muoverci per invitare i ragazzi a educazione sessuale corretta”.