Un modo tutto nuovo di divertirsi con intelligenza e ingegno, senza lasciare in disparte la voglia di entusiasmarsi. La Escape Room, ha origini che risalgono a più di vent’anni fa quando con Monkey Island, nota serie di avventure grafiche, provvisti di joystick si andava alla ricerca per ore e ore di indizi che portassero al livello successivo.
Di tempo n’è trascorso tanto e due generazioni successive eccoci giunti in Real-life escape room. Dagli States al Sollevante un boom strepitoso, ma la nazione in cui il gioco ha preso quota e sembra voler sbarcare il lunario è la madre Russia.
Ed è proprio dove viveva Amedeo, un cosmopolita parteopeo, che dopo aver girato in lungo e largo l’intero globo, alla ricerca del suo posto mondo, decide di tornare a Napoli. Contastato il successo ottenuto oltreoceano, apre una sua attività, proprio come quella che nel resto del mondo ha dato ottimi esiti, portando cosi una ventata di internazionalizzazione nella calda terra del Vesuvio.
Qualche mese fa inauagura la sua sede in Piazza Francese, nei pressi della metro Municipio, nel cuore proprio del capoluogo campano.
Ci spiega per gli addetti ai lavori e non, cosa sia in pratica questa “stanza da cui fuggire“.
Acume e intuizione si mescolano ad enigmatici quesiti, il tutto per riuscire ad aprire quella porta che tiene “in ostaggio” chi decide di mettersi in gioco per 60 minuti. Mistero, thriller e logica mixati alla voglia di capire, calandosi cosi nelle vesti di investigatori. Trascorrere un’ora diversa dal solito, “far lavorare il cervello” in allegria, al costo di una pizza. Basta prenotare con qualche giorno di anticipo, è possibile accedervi dalle ore 11 alle 23, senza giornata di chiusura. A disposizione miriadi di tematiche in due stanze dallo sfondo noir, un serial killer “Mosaico” nei paraggi e due, tre o quattro partecipanti alla ricerca del punto di svolta.
Il giovane titolare ha curato nei più piccoli particolari l’intera struttura, affindandosi alle laboriose mani di artisti e scenografi, proprio per rendere quanto più veri e reali i minuti trascorsi tra le mura della Escape Room, alla ricerca del nesso logico o dell’esatta combinazione per ritornare alla luce.
Per i più pigri c’è la possibilità di chiedere aiuti dall’esterno, mentre per i più impadivi e pronti al rischio ci saranno 3600 secondi per individuare la soluzione.
Una novità avvincente, un terapeutico problem solving, un’attività ludico-ricreativa che richiede collaborazione tra i componenti, ma che potrebbe tirar fuori il genio di ciascuno, poichè basta davvero poco per mettersi alla prova.