La proposta arriva dalla Commissione Finanze della Camera dopo le tante segnalazioni arrivate da parte di cittadini ma soprattutto dei titolari delle aziende. Molte le imprese che, dopo aver deciso di regolarizzare la propria posizione con il Fisco, sono state portate da Equitalia fino all’orlo del fallimento
Dopo le tante segnalazioni arrivate da parte di cittadini ma soprattutto dei titolari delle aziende finalmente due provvedimenti a tutela delle imprese in difficoltà sono stati sollecitati dalla risoluzione approvata in Commissione finanze con il voto di tutti i gruppi politici; potrebbero diventare un emendamento al decreto sullo sviluppo. Equitalia, chiedono poi tutti, si occupi di evasione fiscale e contributiva e lasci le multe ai comuni: in vista dell’attuazione del federalismo fiscale, la risoluzione chiede al governo “la riorganizzazione del sistema della riscossione coattiva da parte dei Comuni, verificando in tale contesto l’opportunità di concentrare l’operatività di Equitalia sulla riscossione dei crediti di natura tributaria e contributiva, lasciando al sistema della riscossione degli enti locali la competenza in materia di riscossione delle altre entrate di spettanza dei medesimi enti locali”.
Come da tempo denuncia Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale del “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori nonché fondatore dello “Sportello dei Diritti”- a causa della rigidità degli strumenti affidati dal legislatore all’ente per il recupero coatto dei debiti nei confronti della pubblica amministrazione e delle crescenti difficoltà a “interloquire” con l‘ente è imprescindibile l’esigenza di tenere conto della situazione di difficoltà in cui versa una parte dei contribuenti e delle imprese a causa della crisi. Il fenomeno che più preoccupa è quello ai danni degli imprenditori e delle imprese che, dopo aver deciso di regolarizzare la propria posizione con il Fisco, sono state portate da Equitalia fino all’orlo del fallimento. Così si uccide il futuro economico del Paese.
La proposta prevede: Stop agli eccessi nell’uso delle ganasce fiscali, limiti alle ipoteche per chi è in difficoltà economiche a causa della crisi e gestione delle multe riaffidata ai comuni. Questo chiede la risoluzione in tema di riscossione coattiva dei tributi approvata dalla Commissione Finanze della Camera con il voto di entrambi gli schieramenti politici. Il documento potrebbe diventare a breve un emendamento al decreto sullo sviluppo.
BASTA GANASCE – La risoluzione impegna il governo a mostrare maggiore flessibilità nelle procedure di riscossione coattiva dei crediti. In tempi di recessione bisogna tenere conto delle difficoltà economiche che stanno attraversando sia gli imprenditori sia i contribuenti. In concreto, se il testo dovesse entrare in vigore, ci sarà la possibilità di ristrutturare il piano di rateizzazione nel caso in cui il debitore non abbia pagato una o più rate. Inoltre la Commissione chiede la revisione della disciplina che regola la riscossione degli importi non significativi: fino a 2mila euro niente ganasce fiscali. L’agente della riscossione si limiterà a inviare al debitore solleciti di pagamento (oggi non sono previsti limiti e i fermi amministrativi possono essere utilizzati anche per importi inferiori).
LIMITE ALLE IPOTECHE – Quanto al meccanismo di espropriazione, la risoluzione impegna il governo a elevare a 20mila euro l’importo per poter iscrivere ipoteca (attualmente la soglia è di 8mila euro). Qualora il contribuente debitore risulti proprietario solo della prima casa, l’iscrizione ipotecaria deve essere necessariamente preceduta da una comunicazione che assegni un termine di 30 giorni per effettuare il pagamento.
STOP ALL’ANATOCISMO – In tema di calcolo delle sanzioni tributarie la risoluzione chiede l’eliminazione di ogni forma di anatocismo, ossia l’applicazione di ulteriori interessi su quelli già maturati per il mancato pagamento dei debiti tributari.
MULTE AI COMUNI – Il testo licenziato dalla Commissione Finanza della Camera prevede che i Comuni devono provvedere autonomamente a riscuotere i tributi di loro spettanza (multe e tributi) anziché affidare l’incarico a Equitalia. Quest’ultima dovrà concentrarsi esclusivamente sui crediti di natura tributaria e contributiva.
A questo punto ci auguriamo che Equitalia torni ad essere il luogo della giustizia e non della prevaricazione. La crisi delle entrate dello Stato non si risolve facendo fallire le aziende italiane.