Grazie ai progressi della medicina e della ricerca, la popolazione mondiale di età superiore ai 60 anni raddoppierà entro il 2050, passando dai 900 milioni di individui di oggi a quasi 2 miliardi, e supererà il numero dei bambini di età inferiore a 5 anni entro il 2020. E’ quanto emerge dal Nuovo Rapporto sull’Invecchiamento e la Salute lanciato oggi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità alla vigilia della Giornata Internazionale degli Anziani.
Secondo le stime dell’Oms, a livello globale, la popolazione aumenta a ritmi sempre più veloci: oggi, per la prima volta nella storia, la maggior parte delle persone raggiungono e superano i 60 anni, mentre 125 milioni di persone nel mondo raggiungono gli 80; entro il 2050 la maggior parte di questi – 120 milioni – vivranno in Cina, mentre 434 milioni nel resto mondo.
“Oggi, la maggior parte delle persone, anche nei paesi più poveri, vivono sempre più a lungo” afferma Flavia Bustreo Vice Direttore Generale Salute delle Donne e dei Bambini presso l’OMS. “Ma questo non è sufficiente. Dobbiamo garantire che la terza età sia vissuta in salute, consentendo l’accesso alle cure anche a chi vive in condizioni svantaggiate e continuare a lavorare insieme ai Paesi per aumentare la qualità della vita delle persone anziane. Il raggiungimento di questo obiettivo non sarà solo un bene per le persone anziane, ma sarà un bene per la società nel suo complesso.”
Nel 2050, secondo il Rapporto dell’OMS, l’80% della popolazione anziana vivrà nei Paesi a medio e basso reddito. E mentre in Europa, la popolazione anziana è aumentata dal 10% al 20% in circa 150 anni, nei paesi come Brasile, Cina e India ci vorranno poco più di 20 anni per raggiungere lo stesso cambiamento.
L’Italia, grazie ad alcuni dei fattori che hanno contribuito a raggiungere un’alta qualità della vita – dall’accessibilità universale delle cure, all’alto livello del sistema sanitario tra cui anche i risultati raggiunti nella salute materno-infantile – si attesta al secondo posto per popolazione più anziana al mondo: il 21,4% dei cittadini è over65 e il 6,4% è over80, seconda solo al Giappone, e medaglia d’oro d’Europa seguita da Germania e Portogallo. Ma nei prossimi 20 anni circa anche Cile, Cina, Iran e Russia avranno una proporzione simile di popolazione anziana come quella del Giappone, il paese con il più alto tasso di popolazione anziana nel mondo.
Un fattore che giocherà un ruolo chiave nell’opportunità di reinventarsi delle società sarà proprio la scommessa da vincere per la salute delle persone anziane. Ciò sarà particolarmente importante per le donne, che costituiscono la maggioranza delle persone anziane e che forniscono gran parte della cura familiare per coloro che non possono più prendersi cura di se stessi. “Avendo lavorato spesso in casa, le donne più anziane possono avere minori pensioni e sussidi, un minor accesso alle cure sanitarie e ai servizi sociali rispetto agli uomini. Le donne anziane hanno anche un rischio maggiore di abusi e, in generale, peggiori condizioni di salute” spiega Flavia Bustreo.