L’U.E. ha stabilito che entro il 2021 i palazzi dovranno consumare energia in base a quanta ne produrranno: perché non pensare anche al vento oltre al fotovoltaico?
La rivoluzione delle fonti energetiche rinnovabili in ambito urbano potrebbe partire sin da subito in ogni angolo del globo, almeno a considerare una serie interminabile di articoli, indagini scientifiche ed inserzioni pubblicitarie reperibili su internet. Secondo alcuni studi, però, al calo della potenza media del vento negli ultimi 30 anni stimato nel 5-15% in conseguenza dei mutamenti climatici e all’infittirsi di piante ed edifici costruiti dall’uomo, nonostante ciò il rapporto sulle energie rinnovabili del GSE segnala l’incredibile crescita del settore, quantificata a 4.898 MW di produzione con un aumento della potenza installata anche nel primo semestre del 2010 ancora del 10% sul territorio nazionale, a comprova che il vento è una preziosissima fonte di approviggionamento energetico costante. Se a ciò si aggiunge che la normativa europea imporrà entro il 2021 l’obbligo per ogni edificio di consumare energia solo in base a quanta ne saprà produrre, il passaggio a fonti alternative anche al “sole”, dovrà essere pressoché conseguente. Nell’immediato, quindi, dovrà mutare nell’immaginario degli italiani il concetto inculcato che solo il fotovoltaico = energia pulita nel contesto urbano e quindi dovrà essere incentivata anche da parte degli installatori l’opportunità dettata dagli impianti eolici da montare direttamente sul tetto del condominio.
Non solo pannelli e pannelli ma come dovrebbe essere noto, grazie a una mini turbina eolica si può trasformare l’energia cinetica del vento in energia meccanica che, azionando l’asse di un alternatore, è in grado di produrre energia elettrica. Chiaramente gli impianti hanno una diversa dimensione in relazione all’energia che s’intende produrre e si distinguono in: micro eolico (0-qualche centinaio di Watt); mini eolico (1-20 kW); medio eolico (20-200 kW) e grande eolico (>200 kW). Sui palazzi tendenzialmente si posso montare impianti micro o mini eolici di potenza fino a 5 kW di picco. Sino ad oggi, il problema della loro poca diffusione è stata legata principalmente a fattori estetici e di decoro urbano anche perché siamo stati abituati a pensare a mastodontiche pale meccaniche sorrette da enormi pali di sostegno che come giganteschi mulini a vento turbano il paesaggio circostante. La soluzione tecnica pensata per risolvere tale problema che è anche una questione di difesa ambientale si è trovata attraverso la rotazione di 90° della turbina, disponendola orizzontalmente, e installandola sul tetto con le due estremità assicurate alla copertura e con costi di installazione per impianti mini – eolici che sono compresi tra i 2.000 ai 3.000 euro per kW. Ma v’è di più: una volta connessi alla rete tali impianti possono usufruire degli incentivi statali per le energie rinnovabili con un meccanismo simile al Conto Energia dedicato al fotovoltaico, garantendo una tariffa omnicomprensiva di 0,30 euro per ogni kWh di energia non consumata e immessa in rete per un periodo di 15 anni. La questione che, però, Giovanni D’Agata, Componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” si pone è che il passaggio tra il dire ed il fare non appare di così immediata realizzazione, se si pensa che nella stragrande maggioranza della cittadinanza quando si parla di fonti d’energia pulita in ambito urbano scatta immediatamente il pensiero al fotovoltaico sui tetti, mentre concetti quale eolico o geotermico appaiono relegati nella mente dei cittadini nell’ambito ristretto ed allo stesso ingombrante per l’ambiente dei grandi impianti.