L’Osservatorio permanente ENGIE ha evidenziato vantaggi e svantaggi della liberalizzazione del mercato dell’energia. In questa edizione si è avvalso del contributo scientifico di Bocconi e di Ambrosetti.
A vent’anni dal proprio avvio, nel 1996, il processo di liberalizzazione nell’elettricità e nel gas in Europa ha riportato molti progressi a favore dei consumatori, ma ancora ulteriori passi avanti dovranno essere fatti per raggiungere l’obiettivo finale di un mercato dell’energia unico e competitivo.
I consumatori sono liberi di scegliere il loro fornitore in termini di prezzo, fonti di approvvigionamento, varietà e confrontabilità di offerte. Sono sempre più garantite trasparenza e vigilanza sulle pratiche commerciali. Gli investimenti per assicurare una più alta qualità del servizio sono aumentati, le forniture sono state sempre più diversificate per ridurre i rischi geopolitici.
Tuttavia, vi sono ancora questioni aperte per massimizzare i benefici per i consumatori:
– la componente fissa delle bollette, non legata all’energia, è eccessivamente elevata, rendendo difficile per i produttori più efficienti la differenziazione dei prezzi;
– i consumatori, che pur avrebbero la possibilità di cambiare fornitore, non sempre hanno consapevolezza delle opportunità del mercato, manifestando inerzia al cambiamento;
– non esiste, come in altri settori, una banca dati di cattivi pagatori e, quindi, non si possono attivare meccanismi di contrasto di morosità e frodi;
– manca un sistema di regole per offrire servizi altamente innovativi, come soluzioni prepagate (come nella telefonia) e tecnologie come lo smart metering.
Durante il Forum, Aldo Chiarini, numero uno di ENGIE in Italia, ha ricordato che “l’UE importa il 53% della sua energia ad un costo di circa 400 miliardi di euro, ma che al tempo stesso è leader nell’innovazione energetica, con il 40% di tutti i brevetti internazionali nelle fonti rinnovabili”.
Più in dettaglio, alcuni dati evidenziati nella documentazione presentata dall’Osservatorio ENGIE, con il contributo di Bocconi – IEFE:
Switching Rate(percentuale di cambiamento del fornitore) da parte dei consumatori : in Italia, nel solo 2013, è stato di poco inferiore all’8% (otto su cento hanno cambiato), raddoppiato rispetto alla media anni 2008-2012; i clienti Italiani denotano più mobilità a confronto con la media UE28 (6%), compresi tedeschi (meno del 6%) e francesi (2%); ma al di sotto di spagnoli (13%) e britannici (12%);
Prezzi finali elettricita’ e gas, famiglie e imprese: l’Italia, su tutti i quattro parametri, è sopra la media UE28. A confronto con i quattro paesi UE maggiori (Francia, Germania, Regno Unito, Spagna) è quasi sempre al primo posto, talvolta al secondo, dei prezzi più alti;
Il costo del gas:
si è avuta una riduzione in bolletta della componente “materia prima” grazie allo sviluppo dei mercati spot in Europa, in sostituzione della precedente indicizzazione al petrolio, tipica dei contratti “long term”;
IMPOSTE E ONERI NELLA BOLLETTA:
Per i consumatori domestici:
fatto cento il costo totale, in Italia, l’energia in senso stretto pesa solo per il 31% a fronte di oneri di rete per 26%, tasse per 20%, incentivi alle rinnovabili per il 23%;
nel nostro Paese, la componente in bolletta dell’energia in senso stretto, a confronto di tutti gli altri paesi UE, è nella fascia bassa; mentre l’Italia è al primo posto nel contributo alle rinnovabili;
Per il totale dei consumatori: i costi di approvvigionamento e vendita, sono ormai meno del 50% (49,4% nel 2014; dal 61% del 2004), mentre le imposte sono passate dal 9% di dieci anni fa all’attuale 13,3%; di molto cresciuti gli oneri generali di sistema, saliti dal 9,4% del 2004 al 21,4% del 2014; in calo i costi di rete, dal 20% al 15,8% stesso periodo;
INCENTIVI ALLE RINNOVABILI:
nel 2014, i costi sono stimati intorno ai 12 miliardi di euro; ancora in crescita rispetto al 2013, quando furono di 10,7 miliardi di euro, di cui 10 pagati direttamente dai consumatori in bolletta (componente A3);
la Germania e l’Italia sono i paesi che, pur con significative differenze nelle rispettive cifre, finanziano maggiormente le FER; a notevole distanza tutti gli altri paesi europei, compresi Francia, Regno Unito, Spagna (questa sostanzialmente assente);
nel sondaggio presentato durante il Forum di ENGIE, su un campione rappresentativo di cittadini lombardi, il 47% non sa che i sussidi alle FER sono inseriti nella propria bolletta; il 48% non è d’accordo che lo siano; il 60% non è stato in grado di fornire una stima di quale cifra per le FER sia addossata in bolletta;
TASSAZIONE ENERGETICA (elettricità, gas e carburanti):
Sul pil: 2,9% in Italia (2,5% nel 2000), mentre è tra l’1,6% e l’1,8% in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna;
Sul totale della tassazione: 6,6% in Italia (6,1% nel 2000), con percentuali del 3,5 della Francia, il 4,4 della Germania, il 4,8 della Spagna e il 5,4 del Regno Unito;
Tassazione elettricita’ e gas sul totale della fiscalita’ energetica: sempre riferiti all’Italia, rappresenta il 21%;
MERCATO GAS:
Venditori attivi in italia: cresciuti dai 290 del 2009 ai 330 del 2013:
Consumi totali e import: dai 47.000 miliardi di metri cubi del 1990, passando al picco degli 86.000 del 2005, ai 61.400 del 2014. Di questi, 6 m.m.c. sono di produzione nazionale. La quota dell’incumbent sul totale importato è diminuita dall’88% del 1997 a quasi il 50% del 2013;
MERCATO ELETTRICITA’:
Venditori attivi in italia:cresciuti dai 135 del 2007 ai 272 del 2013;
Grado di apertura: la quota di mercato detenuta dai primi quattro operatori in Italia è in leggera ma costante diminuzione, negli ultimi sei anni: per le utenze domestiche, è passata dal 94% all’86%; per le utenze non domestiche, dal 62% al 59%.