Primo appuntamento con la rassegna ATELIERspazioperformativo, realizzata da Artestudio e Teatro Grimaldello, in collaborazione con il Teatro Nuovo, concept e coordinamento di Loredana Mutalipassi. Il Kollettivo Kairos (1.7) presenta al Teatro Nuovo di Salerno Enea – What The Health! – uno studio. Coreografie di V. Guarracino e Kollettivo Kairos (1.7)
Enea
L’idea nasce dal tentativo di riflettere sulla situazione della città di Ostia oggi, attraverso l’ausilio della mitologia. Dove oggi corre la costa, che dritta segue l’onda, da Lido di Ostia verso Pratica di Mare, più simile allora come oggi alla capigliatura crespa della riserva naturale, all’altezza d’un piccolo fiume questo lembo attirò dopo molte e molte remate, Enea, l’ultimo troiano. Sulla costa è stato ospitato, su questa terra è giaciuto con una donna latina e ha dato il via alla Fondazione di Roma.
È da questo punto preciso che “l’inizio”, acquista il senso che la parola possiede. Enea, il personaggio del grande poema virgiliano, scappa da Troia in fiamme, si carica sulle spalle il padre, il figlio, la moglie con la speranza di potersi salvare e fondare, secondo il volere del fato, una nuova città: Roma. Il pio Enea, così descritto nell’Eneide è un eroe, compie un viaggio in condivisione con i troiani superstiti. Come il protagonista virgiliano, anche gli esuli di oggi tentano un viaggio fisico e interiore costituito spesso da più tappe; tentano il più delle volte di affermare la propria dignità attraverso i simboli della propria appartenenza minacciata sempre di più dall’odio, dalla violenza e dal pregiudizio. L’idea coreografica nasce dal tentativo di riassaporare il mito di Enea in chiave contemporanea.
What The Health!
Nell’attuale società dei consumi, ad essere consumata più di tutto è proprio la consumazione. Il cibo, l’alimentazione. C’è una sovrapproduzione di cibo, la carne cresce, si espande, si esagera fino all’eccesso che è poi in fondo un accumulo, una profusione, un senso sconfinato della provvista. Tutto quest’accumulo, appesantisce il corpo quanto la mente, mettendo peso ai piedi dello spirito. Questa consumazione avviene senza sosta, senza digestione, senza dimenticanza.
Vi è oggi attorno a noi un’evidenza fantastica del consumo e dell’abbondanza, costituita dal moltiplicarsi di cibi che si specializzano nell’irrilevanza proteica mascherata da una chimicità sopraffina. Questi cibi sono assimilabili a tutti gli altri oggetti superflui che ci assillano e ci circondano. Che rapporto esiste oggi con il cibo quotidiano? Quanto conosciamo oggi la provenienza di ciò che mangiamo. Cosa è giusto o salutare tra carne e verdure? Da questa confusione di fondo nasce l’esigenza del Kollettivo Kairos (1,7) di fare una riflessione sull’alimentazione e di porre il cibo come protagonista di un’estenuante dubbio su cosa è salutare e cosa non lo è! Riuscirà l’esercito dei puri a portare il junker food verso la via della redenzione?