Secondo un nuovo rapporto dell’UNICEF e della Banca Mondiale, a livello globale, circa 385 milioni di bambinivivono in condizioni di povertà estrema.
Il rapporto “Ending Extreme Poverty: A focus on Children” mostra che nel 2013 il 19,5% dei bambini nei Paesi in via di sviluppo viveva in famiglie che sopravvivevano con meno di 1,9 dollari a persona al giorno, rispetto al 9,2% degli adulti.
I bambini sono colpiti in modo sproporzionato: essi infatti rappresentano circa un terzo della popolazione, ma circa metà di quella che vive in condizioni di povertà estrema.
I bambini più piccoli sono anche quelli più a rischio: oltre un quinto dei bambini sotto i 5 anni di età, nei Paesi in via di sviluppo, vive in povertà estrema.
«I bambini non solo hanno più probabilità di vivere in condizioni di povertà estrema, ma gli effetti della povertà su di essa sono più dannosi. Questi bambini hanno le peggiori probabilità – e i più piccoli hanno peggiori possibilità rispetto a tutti gli altri, perché le deprivazioni colpiscono lo sviluppo fisico e mentale» spiega Anthony Lake, Direttore dell’UNICEF.
La nuova analisi, viene lanciata in seguito allo studio della Banca Mondiale Poverty and Shared Prosperity 2016: Taking on Inequality, secondo cui circa 767 milioni di persone a livello globale vivono con meno di1,90 dollari al giorno nel 2013, la metà di loro avevano meno di 18 anni.
Le stime globali sulla povertà estrema infantile sono basate sui dati di 89 Stati, che rappresentano l’83%della popolazione dei Paesi in via di sviluppo.
L’Africa subsahariana ha i tassi più alti di bambini che vivono in povertà estrema (poco meno del 50% della popolazione infantile).
Oltre metà dei bambini che vivono in condizioni di povertà estrema, nel mondo, vivono in Africa. L’Asia meridionale è al secondo posto, con circa il 36% – il 30% sono in India. Complessivamente, più dell’80% dei bambini in povertà estrema vivono in aree rurali.