Il Consiglio Europeo ha deciso di prorogare di un anno, fino al 28 febbraio 2020, le misure restrittive nei confronti della Bielorussia. Tali misure comprendono un embargo sulle armi e le attrezzature che potrebbero essere utilizzate a fini di repressione interna nonché il congelamento dei beni e il divieto di viaggio nei confronti di quattro persone la cui designazione è connessa alle sparizioni irrisolte di due politici dell’opposizione, un uomo d’affari e un giornalista, nel 1999 e nel 2000.
Embargo Bielorussia: le norme sulle armi
Il Consiglio ha inoltre prorogato la deroga alle misure restrittive per permettere l’esportazione di attrezzatura da biathlon e di un numero limitato di fucili e pistole sportivi ad uso specifico, che continuerà a essere soggetta ad autorizzazione preventiva da parte delle autorità nazionali competenti, caso per caso, verso la Bielorussia.
Le misure restrittive nei confronti della Bielorussia sono state introdotte per la prima volta nel 2004 in risposta alle sparizioni delle quattro persone summenzionate. Ulteriori misure restrittive sono state poi adottate nei confronti dei responsabili delle violazioni delle norme internazionali in materia elettorale e del diritto internazionale dei diritti umani nonché della repressione della società civile e dell’opposizione democratica.
L’embargo sulle armi è stato introdotto nel 2011. Il 15 febbraio 2016 il Consiglio ha deciso di revocare le misure restrittive nei confronti di 170 persone e quattro società, pur mantenendo l’embargo sulle armi e le sanzioni nei confronti di quattro persone.