E’ nei suggestivi spazi della Biblioteca del Daverio a Milano che apre la personale mostra dello scultore altoatesino Wilhelm Senoner dal titolo “Elogio all’ombra”, presentata da Philippe Daverio con Elena Maria Gregori Daverio.
Centro della ricerca artistica di Senoner sono l’individuo e la condizione umana, rappresentati attraverso opere scultoree di grandi dimensioni, realizzate in legno di tiglio e in bronzo, dipinte con colori acrilici e terre, che personificano soggetti dall’aspetto simile, uomini e donne comuni, raffigurati nella loro quotidianità.
Queste figure, dai tratti essenziali, sospese nell’ambiente circostante e talvolta in bilico, alludono ad uno stato di attesa, di incertezza e rivelano, dietro alla loro apparente somiglianza, la necessità di dialogo, di apertura verso il mondo e la ricerca di equilibrio. Si tratta di creature simboliche, che con forme salde, ancorate a terra o dinamiche, esprimono una visione ottimistica, una prospettiva positiva per il genere umano.
Nelle sculture tendenzialmente monocromatiche si percepisce la valenza del colore per Senoner, interpretato come mezzo espressivo di significati anziché elemento rappresentativo del naturalismo cromatico.
Le superfici ruvide e le linee spigolose, come si osserva nella selezione di opere in mostra, ed in particolare la serie di piccole dimensioni Rocce (2016, h. cm 40) sono rimandi evidenti alla roccia e alla montagna, simboli della terra d’origine dell’artista, cui è fortemente legato e che influenzano la sua arte, legandola in maniera indissolubile alla dimensione naturale.
Il percorso espositivo illustra in maniera esaustiva i temi cari all’artista a partire dallo studio e dall’osservazione degli atteggiamenti e dei sentimenti dell’uomo – come in Uomo con sigaro realizzato in tiglio (2016, h. cm 195), dove l’andamento pacato suggerisce il raggiungimento della libertà -, per evolvere nell’analisi dei rapporti umani.
Particolare attenzione è rivolta nello specifico a quello tra uomo e donna, sia
Schiena a schiena (2009, h. cm 225), sia Tensione Simbiotica (2017), corpi nudi che si sfiorano sono metafora di un incontro profondo; una situazione analoga si ritrova nella scultura lignea Il Bacio (2013) in cui una testa di donna sospesa, si posa delicatamente su una fronte maschile ad evocare l’istante della loro unione e del raggiungimento di un completo equilibrio. Lo stato dell’individuo in continua trasformazione è invece approfondito in Respiro – La donna nel vento (2016, h. cm 188), una figura femminile in bronzo dal corpo ricurvo all’indietro che sembra abbandonarsi alla forza dell’elemento atmosferico, vincendo contemporaneamente la forza di gravità. In quest’opera, e come spesso si riscontra nei lavori di Senoner, è possibile osservare il movimento di cui sono dotate le sue figure. Una dinamicità che si contrappone all’imponenza dei volumi si scorge nelle sinuose flessioni dei corpi e nelle sagome delle teste, che grazie alla loro forma allungata suggeriscono il senso della velocità.Quello di Senoner è un linguaggio scultoreo in continua evoluzione, che affonda le sue radici nello studio della scultura gotica per poi lasciarsi influenzare da artisti del calibro di Alberto Giacometti e Carlo Carrà.
Nel suo percorso abbandona la resa realistica del legno levigato e liscio per privilegiare la sua ruvidità e le colate di bronzo, più fedeli e vicine alla sua poetica ed espressione artistica che trovano ispirazione nella natura, nelle luci e nelle ombre. Afferma infatti: “È l’ombra che porta la fantasia ad individuare, a creare nuove forme personali, andando fra le rocce, camminando fra le rocce c’è la luce, c’è l’ombra, nell’immaginazione si creano dei personaggi fuori dalla realtà, quindi diventa anche un’arte astratta, personale“.
Proprio a questa visione fa riferimento il titolo della mostra “Elogio all’ombra” presentata da Philippe Daverio, che conosce profondamente la sua arte scultorea caratterizzata da forme archetipiche universali e da modelli umani metafisici e che sostiene: “
In Wilhelm trovo un espressionismo profondo, una ‘espressività radicante’ che è propria di queste parti, propria della montagna. Le sue sculture sono ‘autentiche’. Noi le guardiamo con una curiosa sensazione di trasporto, senza capire immediatamente di cosa si tratta e quindi senza trovarci dentro la banalità di una narrazione già pronta. Sono le divinità arcane del mondo delle Alpi di oggi. Sapete chi è Wilhelm Senoner? Lui forse è uno ‘sciamano’ uno di quelli che lavora per andare a scoprire i misteri arcani“.