La vittoria parte dalla testa. Chiedetelo a Elia Viviani, che ha costruito ogni trionfo – dalle Olimpiadi di Rio al Tricolore 2018 – non solo sulla preparazione fisica ma anche su una concentrazione maniacale. La stella veronese del ciclismo sarà uno dei protagonisti assoluti del Campionato Italiano 2020 nel suo Veneto. Oggi si racconta in esclusiva.
Elia, le aspettative sono altissime. A due anni dal trionfo nel Tricolore come ti avvicini alla nuova edizione?
È uno degli obiettivi stagionali: arriverà dopo il Giro d’Italia, ma grazie a un periodo di altura riuscirò a recuperare gli sforzi e a trasformarli in una condizione ottimale.
Che sensazioni provi a correre nella Regione dove sei nato?
È una motivazione in più: ci saranno molti miei tifosi e questo renderà la giornata ancora più speciale. Correre in casa è un vantaggio in termini di conoscenza delle strade, del percorso, delle salite.
Che cosa pensi del percorso di quest’anno?
Richiede sforzo. La salita della Rosina non presenta parti ripide ma ripeterla così tante volte farà male. Gli attacchi non mancheranno e gli atleti come me dovranno difendersi il più possibile, fino a sfruttare i 15 km che portano a Cittadella per ricucire sugli attacchi e portare un gruppo ristretto allo sprint. Il percorso può presentare diversi scenari: proprio per questo sarà un Campionato spettacolare.
Hai nominato Cittadella. Com’è tornarci a oltre 10 anni dalla tua vittoria in Under 23?
Sarà un’emozione. Ricordo quello sprint come fosse ieri: è stata una delle vittorie che mi ha proiettato nel mondo dei Pro. Con Cittadella ho un buon feeling, quindi incrociamo le dita e speriamo che mi regali un’altra grande soddisfazione.
Qual è l’avversario che temi di più e perché?
Su un percorso così è difficile fare un nome solo. Penso a un atleta che esce con le lunghe distanze, uno scattista veloce, un corridore forte in salita ma che sa primeggiare nello sprint ristretto, come Colbrelli o Trentin: credo possano essere questi i super favoriti per il Campionato Italiano 2020. Ma occhio a Visconti, Nibali, Ciccone, Formolo. È un folto gruppo di campioni, ed è questo il bello del nuovo Tricolore.
Un evento così può avvicinare i più giovani a questo sport e ai suoi valori?
Deve, non “può”! Mi aspetto che tratti come la Rosina o l’arrivo di Cittadella – e perché no, la partenza – si riempiano di piccoli sportivi ansiosi di vedere, stare vicino e chiedere foto e autografi ai più grandi ciclisti italiani. Sarà un weekend di gare ma anche di eventi collaterali che faranno del Campionato Italiano una festa.
Come valuti oggi il Campionato Italiano all’interno dei grandi appuntamenti ciclistici?
Ci si gioca la possibilità di vestirsi con la nostra bandiera e di portarla per un anno intero in tutte le competizioni. Per un atleta come me, passate le classiche di inizio stagione, è uno degli appuntamenti più importanti dell’anno.
Raccontaci le due vittorie più belle, in sella e nella vita.
Rio 2016. Non c’è gara o vittoria che possa competere con ciò che ho provato mettendo quell’oro al collo alle Olimpiadi. È stata la vittoria più sofferta e inseguita per anni: una gara che stava diventando un incubo ma che grazie alla forza di volontà ho raddrizzato e conquistato. Nella vita penso che ogni giorno sia una vittoria. Ho tutto quello che mi rende felice: Elena al mio fianco, una famiglia fantastica, un cane che ci fa capire quanto sia importante tornare a casa dopo tante trasferte. E poi il mio lavoro è la mia più grande passione. Non posso chiedere di più.
Anche Elena corre in bici. Com’è gestire insieme la quotidianità?
Viviamo insieme dal 2014, condividiamo ogni giornata in bici e fuori. Con le tante trasferte proviamo a far coincidere il calendario delle gare in base ai nostri obiettivi.
Ci aiutiamo a vicenda e il fatto di fare lo stesso lavoro rende le cose più facili. Capiamo le situazioni, i momenti, le vittorie e le sconfitte. Quando siamo a casa non parlo così tanto di ciclismo. Siamo ragazzi con una vita normale. E ce la godiamo al massimo.
Anche gli amanti del ciclismo potranno godersi Elia Viviani, ma a una condizione: correre a tifarlo, dal vivo, al Campionato Italiano 2020.