Elezioni regionali Lombardia e Lazio, facciamo qualche considerazione insieme in totale libertà dopo il risultato che ha portato alla riconferma di Attilio Fontana della Lega alla Presidenza della Regione Lombardia e Francesco Rocca di Fratelli d’Italia alla presidenza della Regione Lazio realizzando l’ennesima vittoria delle destre dopo l’arrivo di Giorgia Meloni alla Presidenza del Consiglio.
Vittorie nette in entrambi i casi con i candidati dei sinistra e terzo polo sbaragliati in lungo ed in largo ad ogni latitudine. Vittorie con percentuali abbondantemente al di sopra del fatidico 50% più uno necessario per legge per sconfiggere i rivali, visto l’assenza della possibilità di ballottaggio nelle leggi elettorali.
Si, alla fine il dato che, però, salta maggiormente all’occhio è quello dell’astensionismo che sale vertiginosamente “assumendo la maggioranza assoluta”. Solo quattro elettori aventi diritto su dieci si sono decisi ad andare ad esprimere il proprio voto nella cabina elettorale. Quattro su dieci, cioè siamo arrivati ad una percentuale di astensionismo che sfiora il 60%.
Sono numeri che non solo devono far riflettere ma devono proprio dare la sensazione netta della paura che la nostra democrazia stia diventando sempre più qualcos’altro: una sorta di governo di pochi per pochi. La rappresentatività che possono avere i politici eletti così è tutta da definire.
Questo che diciamo non inganni non vogliamo minimamente sminuire il risultato conseguito da chi ha vinto e, anzi, magari la nostra è una richiesta di mea culpa (e non solo un atto spurio ma con conseguenze palesi) da parte di chi è stato capace di perdere anche questa tornata elettorale e lasciare il passo agli avversari.
La sinistra dov’è? Non pervenuta, direbbero gli amici delle previsioni del tempo.