3 a 3, palla al centro! La “sfida” tra il centrosinistra ed il centrodestra, risultati alla mano, in questa due giorni delle elezioni regionali 2020 finisce in pareggio vede riconferme ed un cambio di “fronte”. A far “scalpore”, però, è l’affermarsi non tanto delle coalizioni ma più che altro degli stessi presidenti uscenti che si sono riconfermati grazie soprattutto ai voti ottenuti attraverso le loro liste personali. Zaia, Toti, De Luca ed Emiliano trionfano grazie soprattutto alle liste personali, quasi in rappresentanza di un nuovo partito, quello dei “governatori”.
Campania, il trionfo di De Luca
Una vittoria senza storia quella di Vincenzo De Luca in Campania che governerà per altri 5 anni la regione meridionale. Il candidato del PD conquista la vittoria con un 68% delle preferenze mentre i suoi avversari non resta che dividersi il restante 32% con Caldoro del centrodestra a quota 16% e la candidata del M5S … a quota 11%.
Il ringraziamento “doveroso e affettuoso” alle centinaia di candidati “che hanno combattuto la battaglia” e “doveroso” anche il ringraziamento alle forze politiche che hanno sostenuto la candidatura. “Ma per onesta’ intellettuale si deve chiarire che il dato elettorale della Campania non può essere letto in termini di destra e sinistra”.
Vincenzo De Luca
Amarezza invece per un Caldoro che non riesce per la seconda volta consecutiva a battere l’avversario del PD e a tornare per il suo secondo mandato in quel di palazzo Santa Lucia, sede della giunta della Regione Campania.
“L’elemento generale è dato dalla valanga dei presidenti in carica durante il Covid, che sono stati visti come punto riferimento dai cittadini. È un elemento nazionale, che ha avuto lo stesso effetto in Campania, accompagnato da una macchina da guerra delle liste del centrosinistra, che hanno avuto un’affermazione molto forte”.
Stefano Caldoro
Veneto, l’assolo di Zaia
Forse ancor più di De Luca, la rielezione di Zaia a presidente della Regione Veneto era chiara da ancora prima dell’inizio della campagna elettorale. Un plebiscito che mai prima d’ora si era mai registrato quello di Zaia che stravince (a dir poco) con un 75% dei voti. Notare bene che la vittoria arriva in modo ancor più “particolare” se si analizzano i dati delle liste più votate. Del già citato 75% ottenuto da Zaia, il 50% è arriva dalla sua lista personale mentre solo un 14% arriva dalla Lega, suo partito d’appartenenza. Una vittoria di Zaia… in tutto e per tutto.
Toscana, conferma rossa
Partita dura per il centrodestra che non riesce nella conquista della Toscana che vede la riconferma di Eugenio Giani. Il candidato sostenuto da Zingaretti e Renzi guiderà la Toscana per i prossimi 5 anni vincendo con poco meno del 49% dei voti. Con il 40% troviamo la candidata del centrodestra Susanna Ceccardi (che alla vigilia pareva addirittura in vantaggio sul candidato del centrosinistra) mentre più staccata con il 6,3% c’è la candidata del M5S Irene Galletti.
Liguria, Toti non molla
In Liguria, Giovanni Toti (centrodestra) stravince su Ferruccio Sansa (centrosinistra, unico caso dove PD, M5S e Italia Viva si sono presentate con un unico candidato). E la lista ‘Cambiamo con Toti‘ è in testa con il 20 per cento. Il Pd è il secondo partito con il 19,7% (contro il 24,9 delle europee) e la Lega è al terzo posto con il 17,5%, in forte calo rispetto al dato delle europee (33,9). Segue Fratelli d’Italia all’11, in crescita rispetto al 7,8 delle europee.
Puglia, conferma a sorpresa
La sorpresa di questi risultati delle elezioni regionali del 2020. In Puglia Michele Emiliano (centrosinistra) vince contro Raffaele Fitto del centrodestra. Il Pd è primo al 18,8% (meglio delle europee in cui aveva totalizzato il 16,6%), seguito da FdI al 12,9 (che pure registra un incremento rispetto all’8,9 delle europee). Male la Lega al 9,7 rispetto al 25,3 delle europee. Scarso risultato anche per M5s, che arriva al 10,4 contro il 26,3 delle europee. Flop per Italia Viva, il cui candidato Ivan Scalfarotto si ferma al 2,4%. Una vittoria a sorpresa quella di Emiliano che veniva considerato come il “meno probabile” alla riconferma.
Le Marche diventano del centrodestra
Dopo anni e anni di governo di centrosinistra, le Marche con Fratelli d’Italia passano in mano al centrodestra. Francesco Acquaroli, infatti, batte Maurizio Mangialardi. Il Pd è comunque primo partito con il 24,9% (in leggera crescita rispetto al 22,3 delle europee). La Lega è seconda al 24, in forte calo rispetto al 38% delle europee. Giorgia Meloni con il suo partito sale al 18,4 contro il 5,8 delle europee.