(Adnkronos) – Sono sette, dopo le verifiche svolte dalla Commissione parlamentare Antimafia, i candidati ritenuti ‘impresentabili’ alle prossime elezioni europee, in violazione del codice di autoregolamentazione.
“Ho appena letto il mio nome tra quelli suggeriti come’impresentabili’ in vista delle prossime elezioni. Per quanto mi sforzi non riesco a capire come si possa bollare come ‘impresentabile’ a 10 giorni dal voto una persona che mai ha avuto una condanna, mai ha avuto a che fare con certi ambienti e che è sempre stato e sempre sarà dalla parte della legalità e della correttezza”, le parole di Antonio Mazzeo, candidato alle europee per il Pd e presidente del Consiglio regionale della Toscana.
“Per uno come me, che ha iniziato a fare politica sulla scia dell’esempio di Falcone e Borsellino, vedere il proprio nome associato alla parola mafia fa semplicemente inorridire – prosegue -. Sono rinviato a giudizio per una indagine sulla chiusura del quotidiano l’Unità di cui, nel 2012 e per spirito di servizio in un momento di grande difficoltà del quotidiano, sono stato per 6 mesi membro del CdA prima di dimettermi.
Ho presenziato a tutte le udienze del processo, ho ribadito la mia totale estraneità ai fatti e sono fiducioso che anche i giudici, seppure dopo anni che nessuno mi restituirà, faranno altrettanto. Ma tra questo ed essere definito ‘impresentabile’, specie da un ente il cui nome fa riferimento alla parola ‘mafia’, c’è un baratro”.
“Non ho nessun conto in sospeso con la giustizia e nessun processo in corso. Non si comprende dunque perché dovrei essere accusato di aver violato il Codice di autoregolamentazione”, quanto dichiara quindi il senatore Luigi Grillo, candidato alle elezioni europee per Forza Italia-Noi Moderati-Ppe, finito tra i nominativi giudicati ‘impresentabili’.
“Il Tribunale di Genova, con sentenza del gennaio 2015, ha sancito la mia piena riabilitazione. Peraltro la lista che rappresento ha deciso di proporre la mia candidatura solo dopo aver eseguito scrupolose verifiche, ispirate dallo spirito di legalità posto alla base dell’attività politica, e non mi avrebbe scelto se fossero saltati fuori dubbi o sospetti – spiega Grillo- . Quanto comunicato dalla presidente della Commissione è dunque inspiegabile. Per la legge infatti posso assumere qualsiasi tipo d’incarico, incluso quello di revisore dei conti, dal momento che sono un commercialista”, conclude l’ex parlamentare.
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