L’arte può servire per interpretare il nostro passaggio attraverso questo mondo? José Cosme ci dimostra di sì, attraverso la sua esposizione “El todo y la nada”, presente fino al 5 maggio nelle sale 1 e 2 del Museo di Arte Contemporanea di Bogotá (MACBO), sponsorizzato da Arts Connection Foundation.
La nuova proposta di Cosme (www.josecosme.com/index.php/
Cos’è la natura? Cos’è Dio? Cos’è l’uomo? Cos’è la trascendenza?
Queste sono alcune delle domande presentate dall’artista interdisciplinare di origine spagnolo.
Così, Jose Cosme “elabora una visione del mondo che problematizza la natura dell’essere come territorio per definire l’esistenza. Allo stesso tempo, elabora una riflessione sulle proprie pratiche artistiche nell’attualità”, ha affermato il curatore Gerardo Zavarce.
L’arte concettuale di José Cosme viene mostrato attraverso un alfabeto sensibile costruito con fotografie, dipinti di grande formato, video art, la purezza del colore bianco e numerosi oggetti, come sacchi di sabbia, barattoli di vernice, scarpe, riso. I visitatori passeggiano per un’esperienza sublime, invitandoli a cercare la verità sulla propria esistenza e la loro responsabilità nei confronti delle questioni sociali. Questa mostra rappresenta “il tutto e il nulla”, visto dalla figura dell’uomo come essere sociale.
“La mia opera è sempre una interrogazione personale, in cui sono coinvolto”, ha detto Jose Cosme e ha spiegato che ‘El todo y la nada’ è il risultato di un lavoro di analisi degli ultimi 20 anni del suo percorso artistico, riuscendo a estrapolare una proposta “autobiografica, con contributo sociale e, soprattutto, che ci invita a riflettere sulle questioni esistenziali e teologiche dell’arte. Ma non solo affronto l’argomento spirituale, ma anche i temi sociali, come la responsabilità dell’uomo di fronte alla fame e gli alimenti transgenici”.
“El todo y la nada” è un gesto concepito come un “dialogo di conoscenze ed esperienze”, che, dopo tutto ci dimostra che “non siamo dei, siamo su un percorso che non deve essere visto come qualcosa di banale o effimero, e ci permette essere consapevoli di questa situazione imperfetta che può portarci alla pienezza”, ha culminato l’artista.