Un bambino “sperduto”, sradicato da casa che sia un rifugiato, migrante o sfollato interno è prima di tutto un bambino. Ogni bambino ha il diritto di ricevere un’istruzione.
Nel 2015, circa 50 milioni di bambini erano “sperduti” (uprooted). Oltre 28 milioni di essi sono stati costretti a scappare dalle loro case a causa di violenze e insicurezza.
27 milioni di bambini in età da scuola primaria e secondaria inferiore non frequentano la scuola in 24 paesi colpiti da conflitti.
I bambini e i giovani migranti con bassi livelli di istruzione incorrono in un rischio sempre maggiore di sfruttamento
In un recente sondaggio, al quale hanno risposto bambini che si spostano attraverso la rotta del Mediterraneo Centrale verso l’Europa (quella che dalla Libia porta all’Italia), il 90% degli adolescenti senza istruzione ha dichiarato di aver subito qualche forma di sfruttamento, rispetto al 77% dei bambini con un?istruzione primaria e al 75% con un’istruzione secondaria.
Sulla rotta del Mediterraneo Orientale, il 23% degli adolescenti senza istruzione ha dichiarato di aver subito sfruttamento, rispetto al 20% con un’istruzione primaria e al 14% con un’istruzione secondaria.
I rifugiati hanno una probabilità 5 volte maggiore di non frequentare la scuola rispetto agli altri bambini
Solo il 50% dei bambini rifugiati iscritto alla scuola primaria.
Meno del 25% dei giovani rifugiati iscritto alla scuola secondaria.
Le adolescenti migranti affrontano un rischio supplementare
Le ragazze hanno maggiori probabilità di diventare vittime di violenza sessuale e di genere.
In paesi colpiti da conflitti, le ragazze hanno una probabilità 2,5 volte maggiore di rimanere escluse dalla scuola rispetto ai coetanei maschi.
I bambini arrivati in Stati in cui le famiglie prevedono di rimanere stabilmente spesso incontrano ostacoli all’accesso al sistema scolastico pubblico
Per alcuni, le informazioni non sono accessibili o le barriere culturali e linguistiche ne rendono difficile l’accesso. Lo scompiglio causato dal viaggio e l’instabilità della soluzione abitativa e delle routine in un nuovo ambiente può rendere difficile l’apprendimento per un bambino.
La xenofobia, l’esclusione e la stigmatizzazione possono creare ambienti inospitali o anche pericolosi per i bambini che cercano di inserirsi in un nuovo sistema scolastico.
I certificati di qualificazione scolastica non vengono sempre riconosciuti attraverso i confini e i sistemi scolastici. In Turchia, per esempio, i centri per l’istruzione temporanea che non sono registrati o che non soddisfano le norme regolamentari del Ministero dell’Istruzione non vengono riconosciuti. Perciò i bambini che seguono questi percorsi non ricevono diplomi al termine dei loro studi, e questo li priva della capacità di far valere i risultati conseguiti.
In alcuni paesi esistono delle vere e proprie barriere legali. Per esempio, solo 10 Stati membri dell’Unione Europea riconoscono formalmente a un bambino migrante privo di documenti il diritto di avere accesso al sistema scolastico, e 5 Stati lo escludono esplicitamente.
Le organizzazioni in tutto il mondo sono impegnate per dare ai bambini spazi sicuri in cui studiare
Nel?2016, l’UNICEF ha fornito a 11,7 milioni di bambini in situazioni di emergenza: opportunità e materiali per l’apprendimento sia formale che informale, ha garantito la formazione degli insegnanti e erogato corsi per l’acquisizione di competenze utili nella vita quotidiana (life skills).
Insieme alle organizzazioni partner, l’UNICEF raggiunge attualmente il 45% dei bambini che hanno bisogno di servizi per l’istruzione in contesti d’emergenza.
L’UNICEF ospita attualmente il segretariato di Education Cannot Wait, un fondo che ha mobilitato oltre 133 milioni di dollari dai donatori governativi e un impegno di 100 milioni di dollari dal settore privato per il sostegno all’istruzione nelle crisi umanitarie, sia in forma di aiuto finanziario che con beni in natura.
L?UNICEF invita governi e organizzazioni a:
- Integrare tutti i bambini “sperduti” migranti, rifugiati, sfollati interni, richiedenti asilo o non accompagnati nel sistema scolastico del paese in cui vivono
- Investire in opportunità di apprendimento di alta qualità, adattate ai diversi bisogni dei bambini sradicati dalle loro case,
a) dedicando alla componente dell’istruzione una maggiore percentuale del loro impegno finanziario per la cooperazione umanitaria b) fornendo servizi quali sostegno psico-sociale, insegnamento della lingua nazionale e assistenza per l’integrazione - Potenziare i sistemi scolastici in modo che possano offrire opportunità di apprendimento di qualità per i bambini nelle comunità ospitanti e garantiscano ai bambini “sperduti” i servizi di cui hanno bisogno per andare a scuola e studiare regolarmente
- Collaborare con i partner, anche del settore privato, per fornire assistenza tecnica, competenze e capacità che possano essere adattate in base ai bisogni dei “bambini sperduti”
- Creare insieme alle organizzazioni partner e coinvolgendo gli stessi minorenni a trovare soluzioni alle sfide specifiche che questi bambini affrontano mentre proseguono il loro percorso formativo
- Cercare vie per raggiungere sistemi di certificazione e registrazione condivisi a livello internazionale, che garantiscano la riconoscimento dei titoli di studio conseguiti e proteggano le identità degli alunni.