Un incubo. La versione de “Il Sindaco del Rione Sanità” diretta da Marco Sciaccaluga propone un Eduardo dai toni oscuri, dove la presenza della morte – l’unica «che non dice mai bugie» – è di scena fin dal primo momento dello spettacolo. La perdita della vita è dichiarata e come in un incubo rituale lo spettacolo ritorna alla morte attraverso Shakespeare: Benché povera, la morte fa cessare ogni male morale. Eros Pagani invoca grazie ad una prova attoriale da sottolineare più volte per intensità e qualità i demoni del suo personaggio, Don Antonio, attraverso le paure e le angosce che affliggono la sua “legge”. La stessa scena, realizzata da Guido Fiorato, è concepita per intrappolare i suoi abitanti, anime costrette a vagabondare in questo purgatorio terreste delle case di Terzigno e della Sanità della famiglia Barracano. Il compluvium, la grande apertura quadrata sul soffitto, è l’unica via di fuga capace di muovere i fili della vita raccontata attraverso il disaggio sociale di chi si rivolge alla legge e agli ideali di Don Antonio.
“Il Sindaco del Rione Sanità”, uno dei tre spettacoli che nasce quest’anno da una residenza artistica promossa dal Napoli Teatro Festival 2014 e coprodotta dallo Stabile di Napoli e di Geneva, è una tragedia/commedia in tre atti che Eduardo De Filippo scrisse nel 1960 e inserì nella raccolta Cantata dei giorni dispari. La storia è ispirata ad un personaggio reale, tale Campoluongo che al Rione Sanità teneva sotto controllo la zona facendo da “paciere” tra gli abitanti. Lo spettacolo, oltre a Eros Pagani, è composto da un cast di attori che è riuscito a dare profondità e spessore anche ai ruoli secondari, da Federico Vanni nel ruolo del Medico ad Orlando Cinque in quello Rafiluccio Aniello che insieme a Maria Basile Scarpetta, Massimo Cagnina, Francesca De Nicolais e Gino De Luca formano un gruppo di attori interessanti con Angela Ciaburri, Marco Montecatino e Luca Iervolino nei ruoli dei figli di Don Antonio. Completano il cast Dely De Majo, Rosario Gilgio, Pietro Tammaro, Gennaro Apicellar e Gennaro Piccirillo. L’unica replica prevista per il NTFI è in programma domenica 8 giugno, ma lo spettacolo ritornera a Napoli, sempre al Teatro San Ferdinando, per la stagione 2014/2015 dal 26 dicembre al 11 gennaio.
«Era il 19 aprile 1964 – scrive Marco Sciaccaluga – Avevo dieci anni. Quella sera mio padre mi diede il permesso di fare tardi per vedere una commedia in televisione. Mi disse con semplicità che avrei capito cosa fosse il teatro: c’era l’occasione di vedere un grande attore recitare il testo di un grande scrittore e che erano una persona sola, Eduardo De Filippo. Disse che così avrei anche fatto il mio primo “viaggio” a Napoli, aggiungendo (per me un po’ enigmaticamente) che, nelle mani di Eduardo, Napoli diventava un’immagine del mondo. Ricordo ancora la forza di quell’esperienza: non riuscivo a credere che quel grande artista stesse facendo finta, che la sua voce, i suoi silenzi, i suoi sguardi scaturissero da un artificio (per quanto mirabile) e non dalla assoluta presenza della verità. Quella commedia era Il sindaco del rione Sanità: Oggi che ho l’onore di dirigere per la prima volta un testo di Eduardo e che questo testo è proprio lo stesso di quella sera lontana, cerco di non smarrire quella mia ingenua emozione infantile, con la devota passione che esige un capolavoro e nella consapevolezza che, nel dipingere il ritratto del Sindaco, del suo Rione e della sua Napoli, il grande Maestro ci ha consegnato un’indimenticabile ritratto del Mondo».