Eduardo De Filippo, nato a Napoli il 26 maggio 1900 (anche se per molti anni si è creduto che la sua data di nascita fosse il 24), è stato un drammaturgo, attore, regista, sceneggiatore e poeta italiano, considerato uno dei più grandi esponenti del teatro del Novecento. Figlio naturale dell’attore e commediografo Eduardo Scarpetta e della sarta teatrale Luisa De Filippo, crebbe in un ambiente artistico fin dalla tenera età.
Gli esordi e la compagnia “Teatro Umoristico I De Filippo”
Iniziò a recitare giovanissimo, dapprima nella compagnia del padre e poi con i fratelli Titina e Peppino. Nel 1931 fondò con loro la compagnia “Teatro Umoristico I De Filippo”, che riscosse un grande successo in tutta Italia grazie a commedie come “Questi fantasmi!” (1946), “Sik-Sik” (1929) e “Napoli milionaria” (1945).
Il teatro di Eduardo: tra umorismo e riflessione
Le opere di Eduardo De Filippo si caratterizzano per un umorismo profondo e mai banale, spesso intrecciato a riflessioni sociali e filosofiche. I suoi personaggi, spesso maschere tipiche della tradizione napoletana, rappresentano le debolezze e le contraddizioni dell’essere umano con grande realismo e commozione. Tra le sue commedie più celebri ricordiamo “Filumena Marturano” (1946) e “Sabato, domenica e lunedì” (1959).
Attività cinematografica e televisiva
Oltre al teatro, De Filippo si dedicò anche al cinema e alla televisione. Tra i suoi film più noti ricordiamo “L’oro di Napoli” (1954) di Vittorio De Sica e “Ferdinando, I° re di Napoli” (1959) di Peppino De Filippo, suo fratello. In televisione, invece, fu protagonista di diverse serie di grande successo, come “Le voci di dentro” (1974) e “Il sindaco del Rione Sanità” (1960).
Eredità
Eduardo De Filippo è scomparso a Roma il 31 ottobre 1984, lasciando un’eredità artistica immensa. Le sue opere continuano ad essere rappresentate con grande successo in tutto il mondo e sono considerate dei capolavori del teatro italiano. La sua figura di artista completo e poliedrico rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la cultura italiana del Novecento.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay