Nell’ambito delle iniziative volute dal Comune di Napoli e dal Forum Universale delle Culture nel trentesimo anniversario della morte di Eduardo De Filippo, una riflessione su aspetti del pensiero di Eduardo che ne definiscono lo spessore critico e contribuiscono a collocarlo come figura di alto profilo nella drammaturgia europea del ‘900.
Un contributo a superare interpretazioni riduttive della drammaturgia eduardiana ed incrostazioni identitarie che la città di Napoli talora gelosamente mantiene e che fanno velo a una piena comprensione della ricchezza e complessità della sua poetica.
PROGRAMMA
ore 16.30 – Sala conferenze Società napoletana di Storia Patria, III piano, Castel Nuovo
saluti dell’Assessore alla Cultura e al Turismo Nino Daniele
e del Commissario della Fondazione Forum Universale delle Culture di Napoli Daniele Pitteri
Interventi
Angelo Puglisi — docente del dipartimento di giurisprudenza dell’Università degli studi di Napoli “Federico II”
Eduardo e il populismo, quando questo si rappresenta nella napoletanità sotto il profilo identitario. Specificamente lo stereotipo socio-antropologico del napoletano e il tradizionale sentimento religioso: identificazione del sacro con la santità, bisogno di tutela, di protezione e scambio continuo. Ne derivano l’mpossibilità di riscatto, l’affidamento alla dimensione identitaria e le loro tragiche conseguenze.
Antonello Cossia
letture da Io, l’erede, Napoli milionaria!, Filumena Marturano, De Pretore Vincenzo, Il sindaco del rione Sanità, Le voci di dentro.
Giovanni Marino – docente del dipartimento di giurisprudenza dell’Università degli studi di Napoli “Federico II”
Eduardo, Napoli il diritto.
I testi teatrali di Eduardo, per la loro appassionata e spietata analisi della realtà della società napoletana, prima e dopo la Seconda Guerra mondiale, ci lasciano intravedere immagini nitide d’un diritto effettivo e concreto, vitale. La legge, l’autorità, la scrittura e le carte stanno singolarmente congiunte a un altro diritto, quello che un personaggio ci dice essere diritto umano. La “legge” di Filumena Marturano indicherà un orizzonte di legalità non formale ma