Ecoterroristi o semplici vandali? Questa domanda è quella che rimbalza, ormai da un po’, a commento delle azioni eclatanti di «Ultima Generazione» che ha scelto d’imbrattare opere d’arte e monumenti oltre che siti storici o d’interesse artistico. Una forma di protesta forte e d’impatto visivo molto scioccante utilizzata per suscitare la massima risonanza verso azioni che vogliono richiamare l’opinione pubblica sulla gravità delle situazione ambientale e climatica che stiamo già vivendo.
Inutile negare che si tratta di comportamenti ed azioni molto divisive: se da un lato c’è chi è disposto a poter considerare questo ‘modus operandi’ come commisurato alla gravità delle denunce poste in essere da questa associazione; dall’altro c’è chi è davvero arrabbiato – se non più – nel dover assistere a veri e propri ‘scempi’.
È chiaro che nella società attuale per fare notizia e richiamare l’attenzione pubblica bisogna necessariamente proporre azioni che siano molto simboliche ed al contempo deflagranti altrimenti tutto rischia di essere più che assorbito nell’ambito della normalità. Risulta, però, molto più in là che sopra le righe il deturpare l’arte, o costringere centinaia se non migliaia di cittadini a rimanere imbottigliati in strada per blocchi improvvisi dei quali poi si chiede di condividere le finalità.
Ecoterroristi o semplici vandali o eco vandali: tre approcci diversi
Ecoterroristi o semplici vandali o eco vandali sono, alla fine, tre modi d’intendere la gravità delle azioni, per così dire, dimostrative messe in atto da questi giovani ma tutte e tre le modalità lasciano sottendere difficolta ad accettare questi comportamenti da parte del cittadino medio.
Le leggi afflittive che il governo sta emanando, che in parte ha già emanato, puntano tutto sul cosiddetto “risarcimento” del danno procurato insistendo sul costo che la collettività deve sostenere per porre rimedio alle vare imbrattature colorate; costi che ora sono tutti a carico degli imbrattatori che se ne assumono tutta la responsabilità.
Basta? L’effetto prodotto è veramente quello di far discutere delle problematiche climatiche ed ambientali o piuttosto l’unico dibattito che si è riuscito a produrre è quello sulla valenza deprecabile delle azioni poste in essere? Noi propendiamo per: «la seconda che hai detto»!
Intervista a cura di Serena Bonvisio