L’economia mondiale oggi ci lancia messaggi non proprio incoraggianti. Dopo due anni di pandemia, che hanno messo a dura prova le economie a livello globale, la guerra in Ucraina sta peggiorando il quadro economico europeo. Inflazione galoppante, caro bollette sono realtà con le quali abbiamo imparato a convivere. Le ultime notizie in materia economica ci arrivano da un Paese europeo e uno oltreoceano: Germania e Stati Uniti. La prima è tecnicamente in recessione, la seconda rischia il default. Cerchiamo di capire cosa sta accadendo.
Germania in recessione
Per il secondo trimestre consecutivo il Pil tedesco ha registrato un segno –. Il primo calo del Pil, dello 0,5%, si era avuto, infatti, alla fine del 2022. Il primo trimestre del 2023 ha confermato il trend con un -0,3%. I due eventi successivi hanno portato la Germania in una situazione di recessione tecnica. Le cause del calo del Pil tedesco vanno cercate, come si diceva prima, nell’aumento dell’inflazione e nell’aumento dei costi dell’energia. Dal ministero dell’economia fanno sapere che il dato, puramente tecnico, non preoccupa più di tanto e lo stesso cancelliere Olaf Scholz ha precisato che le prospettive dell’economia tedesca sono buone. Dopo la fase di debolezza vissuta durante l’inverno, nel corso dell’anno sono attesi miglioramenti. A dimostrarlo c’è anche il dato sull’inflazione che ad aprile si è attestato sul 7,2% contro il 7,4% del mese precedente.
Usa a rischio default
Diversa è la situazione che stanno vivendo, in queste ultime settimane, gli Stati Uniti. Una situazione, in realtà, non nuova ma che non per questo non desta meno preoccupazione. Se entro una settimana circa democratici e repubblicani non troveranno un accordo gli Stati Uniti dovranno dichiarare il default. Il tema dell’accordo è su come sostenere la spesa pubblica. I democratici vorrebbero emettere nuove tranche di debito mentre di repubblicani propendono per generosi tagli. Perché è così importante raggiungere un accordo? Il debito, che gli Stati Uniti contrae regolarmente, serve non solo a finanziare la spesa pubblica ma anche le obbligazioni in scadenza.
Non riuscendo a effettuare tutti i pagamenti poiché le spese sono sempre maggiori delle entrate, il governo americano contrae ogni volta nuovo debito. Entro certi limiti l’emissione di debito può essere decisa dal Governo altrimenti è necessario il consenso del Congresso. Se il Congresso non dovesse approvare il nuovo tetto alla spesa pubblica, le conseguenze sarebbero enormi sia per l’economia del Paese che per quella di molti altri Paesi stranieri.
Economia mondiale oggi: quali rischi?
Se l’economia tedesca è considerata un caposaldo dell’economia europea, per cui ogni suo indebolimento andrebbe a danno di tutto un continente, anche un ipotetico default americano avrebbe effetti a cascata in tutto il mondo.
Oltre a far trovare senza stipendio i dipendenti pubblici e senza sussidi tante persone bisognose, senza un aumento della spesa pubblica l’America non potrebbe rimborsare alcuni dei Buoni del Tesoro in scadenza. I titoli di Stato americani sono considerati da sempre un bene rifugio. Sono le opzioni di investimento più gettonate in tutto il mondo anche nei periodi di crisi. In mancanza di un accordo, gli USA dovrebbero dichiarare il default su parte del debito arrecando danni enormi a investitori in tutto il mondo.
Dicevamo non è la prima volta che l’America si trova a richiedere al Congresso l’autorizzazione all’emissione del debito. Negli anni i presidenti che si sono succeduti sono riusciti sempre a ottenerla anche quando l’opposizione era in maggioranza in una delle due Camere. Stavolta la faccenda sempre un po’ più complessa. Gli investimenti per la transizione energetica da un lato e dall’altro il mancato introito delle tasse da parte delle popolazioni di California, Alabama e Georgia provate da recenti inondazioni, hanno messo a dura prova le casse americane. Dall’altro i repubblicani al Congresso oggi hanno posizioni più radicate rispetto agli anni scorsi. Secondo alcuni analisti, i repubblicani non starebbero cercando semplicemente un vantaggio nel trovare un compromesso; vorrebbero piuttosto utilizzare la situazione per farne ricadere la responsabilità su Joe Biden, rendendo così più aspro il cammino per un secondo mandato presidenziale.
In copertina foto di Donna Williams da Pixabay