Un fiume rossastro che scorre verso il centro di un anello di polveri, il cui margine è illuminato dai bagliori di un’intensa radiazione. Ecco come apparirebbe, se potessimo osservarlo direttamente, il fiero pasto di un buco nero supermassiccio, intento a divorare una stella che si è avventurata troppo vicino al suo orizzonte.
A descrivere il fenomeno due studi, frutto dei dati raccolti daltelescopio spaziale NASA Wide-field Infrared Survey Explorer (WISE).
Il primo, pubblicato su The Astrophysical Journal, è firmato da un team di astronomi coordinati da Sjoert van Velzen, dellaJohns Hopkins University di Baltimora. Il secondo è uno studio indipendente firmato da Ning Jiang, dell’University of Science and Technology of China.
La distruzione di una stella da parte di un buco nero rilascia nell’ambiente circostante un enorme quantità di energia. Un fenomeno che gli esperti chiamano “flare”, letteralmente brillamento.
Negli ultimi anni gli astronomi hanno ottenuto preziose informazioni sui flare, grazie a WISE, in grado di studiare come le polveri intorno al buco nero assorbono e, soprattutto, riemettono nell’infrarosso la radiazione dello stesso flare. Come dei veri e propri echi, che possono essere osservati da WISE fino a un anno dopo la loro produzione. Questo approccio ha permesso agli scienziati di misurare l’energia dei flare con una precisione che non era mai stata ottenuta in precedenza.
“È la prima volta che vediamo chiaramente echi di luce infrarossa da più eventi di distruzione stellare”, afferma Sjoert van Velzen, che con il suo gruppo a Baltimora ha analizzato tre pasti stellari di buchi neri supermassicci.
Quando una stella si avvicina troppo pericolosamente a un buco nero, il suo aspetto muta profondamente. Attratto dall’enorme gravità di questo cannibale cosmico, il materiale stellare, mentre precipita nelle fauci del mostro, inizia a essere stiracchiato: gli esperti usano l’espressione “spaghettificazione”, per rendere l’idea di ciò che accade. WISE ha osservato gli effetti di questo cataclisma cosmico.
Lanciato dalla NASA nel dicembre 2009, il telescopio spaziale WISE ha effettuato più volte una scansione completa della volta celeste all’infrarosso. Dopo un periodo d’ibernazione di due anni, iniziato nel 2011, a partire dal settembre 2013 alla sonda è stata assegnata una nuova missione. NEOWISE, il nuovo nome del telescopio spaziale, dovrà identificare e monitorare i cosiddetti Near Earth Objects (NEO), corpi celesti che potrebbero entrare pericolosamente in rotta di collisione con la Terra.
Le osservazioni effettuate da WISE permetteranno agli astronomi di effettuare stime più precise sulla natura e la localizzazione degli anelli di polveri che circondano i buchi neri supermassicci. Oggetti cosmici spaventosi che, secondo un’ipotesi molto accreditata dagli astrofisici, si troverebbero al centro delle galassie, compresa la Via Lattea.