E’, dunque, scontro aperto fra Unione Europea e Polonia sulla questione non certo secondaria della prevalenza del diritto comunitario su quello nazionale. La sentenza emanata dalla Corte costituzionale Polacca “costituisce una sfida diretta all’unità degli ordinamenti giuridici europei” a detta della Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen.
Una disputa tutt’altro che secondaria se si considera che quello della preminenza del diritto europeo è un principio che seppure non è sancito nei Trattati è pur sempre presente e fortemente sottolineato nelle dichiarazioni allegate al Trattato di Lisbona ed è, ormai, entrato a far parte della prassi e della giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea.
I problemi che la Polonia sta creando all’Unione vengono, però, da lontano e su tante vicende diverse che investono diritti civili e rapporti giuridici.
La Polonia, del resto, è una delle fondatrici del ben noto Gruppo di Visegrád, noto anche come V4 formato nel 1991 con altri Paesi dell’ est Europa ex orbita sovietica: l’Ungheria, la Repubblica Ceca e la Slovacchia per la precisione. Gruppo che si è sempre distinto per posizioni oltranziste e certamente poco progressiste non in ultimo sulla questione migranti ed anche lotta al Covid 19.
Scontro Unione Europea Polonia: le dichiarazioni
Anze Logar – Ministro degli Esteri Slovenia
‘La primazia del diritto Ue è il fondamento dell’eguaglianza nel modo in cui vengono trattati gli Stati, garantisce che tutti i cittadini godano degli stessi diritti: se non fosse così non ci sarebbe parità di trattamento e il mercato unico europeo. Siamo impegnati a un confronto positivo e costruttivo sulle questioni dello Stato di diritto’
La questione in campo è ben più ampia della sterile disputa in punta di diritto, come si vede, del resto anche le parole della Presidente, un vero fiume in piena, non lasciano dubbi alcuno che strascichi ce ne saranno eccome.
Ursula Von Der Leyen – Presidente della Commissione Europea
“La Commissione europea sta valutando attentamente la sentenza, posso già dirvi oggi che sono fortemente preoccupata perché mette in discussione le basi dell’Unione europea”.
La Posizione polacca è stata espressa con altrettanta forza dal premier in Parlamento ben propenso al braccio di ferro.
Scontro Unione Europea Polonia: il governo polacco
Mateusz Morawiecki – Premier polacco
“Troppo spesso abbiamo a che fare con un’Europa dei doppi standard. Non dobbiamo lottare uni contro altri. Non dobbiamo cercare colpevoli dove non ci sono. La Polonia è attaccata in modo parziale e ingiustificato. Le regole del gioco devono essere uguali per tutti. Non è ammissibile che si parli di sanzioni”.
Non pago ancora delle proprie argomentazioni Morawiecki ha voluto sottolineare anche un passaggio importantissimo.
Mateusz Morawiecki – Premier polacco
“Nei trattati abbiamo concesso alcune competenze alla Ue ma non tutte le competenze”
Tutto per affermare un potere di autonomia da quanto decide la U.E che lascia davvero basiti perché unito alle altre posizioni del Paese fornisce un quadro completo di questa schiera di Paesi molto allergici alle regole dell’Unione. Sembra quasi che si voglia continuare ad affermare una sorta di zona franca che coincide con questi Paesi, una volta, di oltre cortina.
Concedere questo “privilegio” alla Polonia ora equivale con ogni probabilità a sfaldare le basi dell’Unione come ha sottolineato la Presidente Von Der Leyen in maniera ferma.
Scontro Unione Europea Polonia: le conclusioni (per ora)
Ursula Von Der Leyen – Presidente della Commissione Europea
“Non possiamo permettere e non permetteremo che i nostri valori comuni siano messi a rischio. La Commissione agirà e le opzioni sono tutte note. La prima opzione è la procedura d’infrazione per impugnare legalmente la sentenza del Tribunale costituzionale polacco. Si possono applicare anche il meccanismo di condizionalità e altri strumenti finanziari”. Il Governo polacco deve spiegarci come intende proteggere i fondi europei, vista questa sentenza della sua Corte costituzionale“.
Perché, poi, gira che ti rigira il problema è sempre eminentemente economico e il criterio del do ut des alla base dei rapporti europei e la Polonia per quanto sia motivata a “vendere cara la pelle” deve sempre avere ben presente che i cordoni della borsa sono tenuti da Bruxelles e fare la faccia dura conviene, ma sempre fino ad un certo punto.
Magari è il momento delle riflessioni serie e paesi come quello del blocco V4 se ritengono di non condividere più l’esperienza dell’Unione perché non ne escono una volta e per tutte? Un po’ facile il giochino di tenere un piede di qua e uno di là dal perimetro dell’Unione ma non possono pensare che l’Istituzione europea si uniformi a loro e non si trovi un punto d’incontro.
Il cattolicesimo oltranzista, duro e puro, della Polonia – che si guarda però poi bene dal seguire anche la dottrina sociale di Papa Bergoglio – dietro cui si nasconde da sempre e su cui ha più volte tentato di coagulare tutte le forze meno propense al dialogo ed alla convivenza paritaria tornerà utile anche stavolta? O la fune è stata ora tirata troppo?
Legis virtus haec est: imperare, vetare, permittere, punire. Oppure è cambiato qualcosa negli ultimi tempi?