Altro che campanello d’allarme, i dati dell’AIE (Agenzia internazionale dell’energia) diffusi oggi sulla mortalità nel mondo dovuta all’inquinamento dell’aria da fonti energetiche parlano chiaro.
I veri imputati sono carbone e petrolio e causano milioni di morti premature ogni anno. Se da un lato la responsabilità del settore dell’energia sulla salute globale è enorme, dall’altro l’Agenzia AIE segnala come il comparto potrebbe ridurre significativamente l’inquinamento applicando le politiche di riduzione delle emissioni, ponendosi degli obiettivi e monitorandone i risultati.
A questo il WWF aggiunge che il segnale più importante emerso dal rapporto è l’assoluta necessità di uscire dall’era fossile al più presto, entro i prossimi 20 anni, per transitare verso un sistema globale di produzione di energia basato sulle rinnovabili. Questo risponderebbe a quanto previsto dall’Accordo di Parigi sul Clima che punta a limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi C.
Il carbone e il petrolio non saranno mai puliti. Anche se gli altri inquinanti “mortali” dovessero venir ridotti in modo significativo –e non siamo a questo punto, comunque- i combustibili fossili continuerebbero ad emettere CO2, il gas serra più pericoloso per il clima, quindi per la salute del Pianeta che ci ospita, per la nostra Casa Comune.