(Adnkronos) – E’ morto il regista statunitense Morgan Spurlock, scomparso all’età di 53 anni. Spurlock ha immortalato i propri sintomi psicologici e fisici dovuti a mangiare cibo da McDonald’s ogni giorno per un mese nel film “Super Size Me”, candidato all’Oscar nel 2004.
Il documentarista, diventato famoso per i suoi film critici ma ironici sullìindustria del cibo americano, è morto a causa delle complicazioni di un cancro giovedì 23 maggio a New York. La famiglia di Spurlock ha annunciato oggi la scomparsa a “Variety”. “È stato un giorno triste, in cui abbiamo detto addio a mio fratello Morgan – ha dichiarato Craig Spurlock, che ha lavorato con il fratello a diversi progetti – Morgan ha dato così tanto attraverso la sua arte, le sue idee e la sua generosità. Oggi il mondo ha perso un vero genio creativo e un uomo speciale. Sono così orgoglioso di aver lavorato insieme a lui”.
Spurlock è salito alla ribalta grazie a “Super Size Me”, in cui ha condotto un esperimento che prevedeva il consumo esclusivo di cibo da McDonald’s per un periodo di 30 giorni. Le regole prevedevano anche che Spurlock non potesse rifiutare l’opzione “super-size” se richiesto durante gli acquisti al fast-food. Il cineasta ha anche fatto meno esercizio fisico per adeguarsi all’attività fisica dell’americano medio. Alla fine dell’esperimento, Spurlock ha dichiarato di aver preso 25 chili e di aver sofferto di depressione e disfunzioni epatiche.
“Super Size Me” ha conquistato lo spirito del tempo quando è uscito nel 2004, incassando 22 milioni di dollari al botteghino mondiale e scatenando discussioni e polemiche su come l’industria del fast-food incoraggi una cattiva alimentazione tra il pubblico. Nel periodo successivo all’uscita del film, McDonald’s ha eliminato l’opzione “super-size” dal suo menù. Sebbene il documentario sia ancora utilizzato come ausilio in corsi di educazione alimentare, negli anni successivi ha suscitato un dibattito sulla sua accuratezza, con alcune critiche che citano il rifiuto di Spurlock di condividere pubblicamente il suo diario alimentare durante le riprese.
Nato il 7 novembre 1970 a Parkersburg, Spurlock è cresciuto in una famiglia di fede metodista, anche se in seguito si è dichiarato agnostico. Si era laureato in cinema alla New York University nel 1993. Nei 13 anni successivi a “Super Size Me”, Spurlock ha ottenuto un ulteriore successo con la sua casa di produzione Warrior Poets, producendo e dirigendo quasi 70 film documentari e serie televisive. Le opere di Spurlock, di ampio respiro, sono alimentate dall’affrontare argomenti controversi e di attualità.
I suoi progetti hanno affrontato temi come la guerra degli Stati Uniti in Afghanistan (“Che fine ha fatto Osama Bin Laden?”, 2008), il salario minimo e il lavoro degli immigrati (“30 Days”); la suscettibilità dei consumatori al marketing (“The Greatest Movie Ever Sold”); la caccia ai trofei e la modificazione del corpo (“7 Deadly Sins”); l’assistenza agli anziani e il gioco d’azzardo (“Morgan Spurlock Inside Man”) e la pressione delle aziende agricole familiari (“Super Size Me 2: Holy Chicken!”).
Nel dicembre 2017, mentre il movimento #MeToo continuava a prendere piede, Spurlock ha scritto un lungo post sui social media in cui affermava di essere “parte del problema”. Nel post ha ammesso di avere infedeltà seriali e ha detto di aver risolto un’accusa di molestie sessuali da parte di un ex assistente. Ha anche detto di essere stato accusato di stupro al college. Il post ha di fatto posto fine alla carriera di documentarista di Spurlock, che poco dopo si è dimesso da Warrior Poets. A Spurlock sopravvivono i due figli Laken e Kallen, la madre Phyllis Spurlock, il padre Ben (Iris), i fratelli Craig (Carolyn) e Barry (Buffy), diversi nipoti e le ex mogli Alexandra Jamieson e Sara Bernstein.
—spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)