Non è morto Diego Armando Maradona è morto il calcio.
Non se ne va un’epoca calcistica perdiamo l’idea stessa del calcio con la scomparsa di D10S. Perdiamo non solo il più grande calciatore di tutti i tempi ma anche un uomo che ha vissuto, sbagliato e pagato. Un uomo vero.
Ora lo dipingeranno come calciatore sublime e, come al solito, prenderanno le distanze subito tutti dall’uomo ma non è così o lo si accetta tutto o niente.
Diego è stato, per chi scrive, più di un dio: un credo, un uomo, un calciatore che ha incarnato la rivincita di un popolo e di una città. Napoli ma anche l’Argentina intera gli debbono tutto calcisticamente e non solo.
Mai avremmo pensato di dover scrivere queste righe e ora non abbiamo nessuna voglia né di celebrare né di dissertare ma solo di abbandonarci al dolore profondo che si prova quando si perde una persona cara, uno di famiglia. Perchè Diego questo era per noi: uno di famiglia.
Capita raramente di non riuscire a scrivere perché gli occhi si gonfiano di lacrime e il cuore è gonfio di dolore, un dolore atroce che il cervello non riesce a razionalizzare perché ogni morte è atroce ma questa di Diego è l’ennesimo colpo tremendo che ci troviamo a vivere.
Hasta Siempre, Diego.
Non ti dimenticheremo mai e chiunque ami il calcio oggi non può non dire che è morto con te un pezzo di se.