Il problema dei rifiuti spaziali è un tema che sta avendo sempre più spazio nelle agende delle agenzie spaziali di tutto il mondo.
Sul continente europeo, L’ESA sta attuando una pianificazione nel lungo termine per diminuire il numero di detriti nello spazio con lo sviluppo di e-Deorbit.
Si tratta di un’ambiziosa missione che prevede l’utilizzo di un veicolo spaziale – operante da 800 fino a 1000 chilometri di altezza – in grado di catturare satelliti in disuso per poi farli precipitare in modo controllato e in tutta sicurezza nell’atmosfera.
La missione fa parte dell’iniziativa Clean Space, che ha l’obiettivo di salvaguardare l’ambiente terrestre e orbitale eliminando dal trattamento dei materiali in uso nel settore spaziale le sostanze nocive, rimpiazzandole con versioni ecologiche che garantiscono le stesse performance.
Le soluzioni per la cattura dei rifiuti spaziali individuate dall’ESA sono due: un braccio meccanico o una rete, che però implica un rientro in atmosfera più complesso.
La realizzazione di e-Deorbit rappresenta una vera e propria sfida tecnologica: per svolgere le operazioni sono necessarisistemi di navigazione e controllo estremamente complessi oltre a un software di elaborazione immagini per mettere in comunicazione i dati laser con quelli delle fotocamere, al fine di individuare la posizione precisa dell’oggetto.
I paesi membri dell’ESA, riuniti durante la Ministeriale di dicembre scorso, hanno dato parere positivo all’avvio della fase avanzata della missione e l’accordo finale è in agenda per il prossimo incontro al vertice nel 2019. L’industria europea sarà in prima linea per fornire la tecnologia idonea, con l’obiettivo di dare il via alla missione nel 2024.