L’Italia è ancora “indietro” sul commercio elettronico, classificandosi al terzultimo posto in Europa, “ma il trend per il 2017 parla di una crescita intorno al 20%, raggiungendo i 23,4 miliardi di valore: se la previsione sarà rispettata sarà il migliore incremento del 2010”, e quasi il doppio “rispetto ai 12,6 miliardi del 2013”. Lo ha indicato l’ad per l’Italia di EY, Donato Iacovone, aprendo l’annuale convegno di Capri Digital Summit.
Anche gli italiani, insomma, stanno piano piano scoprendo i vantaggi degli acquisti sul web: “La nuova centralità del cliente – ha quindi rilevato Iacovone – spinge tutte le imprese, grandi e piccole, al cambiamento guidato da un consumatore più attento, esigente, preparato e multichannel: il 51% dei consumatori europei ricerca offline e compra online e il 72% dei millennial vuole comprare esperienze, non solo beni“.
Pertanto, ha aggiunto, “le aziende devono rivedere i processi produttivi e di vendita per adattarsi a questo nuovo scenario. Innovare non significa, quindi, solo adottare un approccio digitale, ma necessita un cambiamento radicale della cultura d’impresa, per essere in grado di seguire la società e il mercato. Per attuarlo, e per reggere la velocità e intensità d’impatto moltiplicate dalla tecnologia, servono competenze elevate, da sviluppare e sostenere attraverso nuovi modelli educativi, percorsi formativi basati sullo scambio e interazione”.