L’Università degli Studi di Milano apre all’arte contemporanea il cortile della Ca’ Granda di via Festa del Perdono, trasformandolo in un museo di scultura all’aperto. Questo l’obiettivo del progetto La Statale Arte, nuovo grande evento culturale dell’Università degli Studi di Milano, che prevede l’allestimento di mostre personali di artisti italiani e stranieri negli spazi seicenteschi opera del Richini.
Nella stessa ottica di valorizzazione e restituzione al pubblico del complesso monumentale della Ca’ Granda che ha già ispirato precedenti iniziative, La Statale Arte punta alla suggestione del dialogo tra la scenografia del Cortile Richiniano – di chiara ispirazione Rinascimentale benché seicentesco – e il linguaggio della scultura contemporanea. Un luogo privilegiato di conversazione tra eredità storica e interpretazioni del presente, che sarà teatro anche di lavori site specific.
La Statale Arte esordisce con DURK, a cura di Donatella Volontè, prima personale a Milano di Mikayel Ohanjanyan, artista armeno vincitore del Leone d’Oro – Padiglione Armenia – alla Biennale di Venezia 2015.
Per due mesi, fino al 19 marzo, il Cortile e il Loggiato della Ca’ Granda ospiteranno due installazioni site specific di Ohanjanyan: Tasnerku + 1 (Dodici + 1) e Dur (Porta).
“La Statale Arte è un’iniziativa senza dubbio nuova – ha commentato il Rettore dell’Università Statale Gianluca Vago – inedita direi per la Statale, con la quale abbiamo voluto confermare la nostra idea di un’università aperta, accogliente e in costante dialogo costruttivo con il territorio che la circonda. Questa è un’università caratterizzata dalla presenza al proprio interno di una straordinaria varietà di saperi: questa sua identità originaria e fondamentale, che ne arricchisce da sempre l’insegnamento e l’attività scientifica, può e deve sostenerne anche il contributo alla crescita civile e all’esperienza culturale di tutti i cittadini, al confronto con le diverse espressioni che portano idee e stimolo alla comprensione del nostro tempo. In particolare, la nostra sede centrale, la Ca’ Granda, è un patrimonio storico e artistico che va valorizzato e condiviso: restituirlo al pubblico attraverso il linguaggio universale dell’arte è per tutti noi motivo di grande soddisfazione.”
“L’idea di inaugurare La Statale Arte con Ohanjanyan – ha sottolineato Donatella Volonté, curatrice del progetto – è stata dettata dalla consapevolezza del suo sapersi relazionare con l’architettura circostante: l’opera di Mikayel sembra sentire particolarmente le vibrazioni dello spazio esterno e sa proporre un proprio ritmo. Dopo l’installazione di San Lazzaro degli Armeni, in Statale Ohanjanyan torna a dialogare con un’architettura densa di cultura per continuare la sua riflessione sulla tensione, sugli opposti, in ultima analisi sull’uomo.”
Le installazioni di Mikayel Ohanjanyan in Statale saranno accessibili al pubblico tutto il giorno per tutta la settimana, domeniche escluse. Per chi volesse approfondire, sono previste visite guidate dagli studenti dei corsi di laurea in Scienze dei beni culturali e in Storia e critica dell’arte, che accompagneranno i visitatori alla scoperta delle opere e del linguaggio artistico di Ohanjanyan in un suggestivo percorso tra Cortile e Loggiato superiore. L’appuntamento è per ogni venerdì alle 17.30 e sabato alle 11, davanti alla sede centrale della Statale, in via Festa del Perdono 7. Le visite guidate, gratuite, avranno la durata di un’ora circa.
DURK, a cura di Donatella Volonté, è il primo appuntamento del progetto La Statale Arte, un’iniziativa promossa dall’Università degli Studi di Milano, con il coordinamento del Professor Luca Clerici. Ogni appuntamento sarà accompagnato da una pubblicazione edita da Skira.
DURK è realizzato con il patrocinio del Comune di Milano, della Regione Lombardia, del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dell’Ambasciata Armena in Italia, in collaborazione con tornabuoniArte, Firenze/Milano/Parigi/Londra, e Art for The World, e con il contributo di Fondazione Cariplo.
Il progetto grafico di DURK è di Marco Strina.