È una di quelle persone che vive di bellezza ed emozioni con intensità, un mondo che sa trasporre con altrettanto fervore sia nel quotidiano che in contesti strettamente teatrali. Classe 1968, narrAttore, come ama emblematicamente definirsi, Duilio Antonio Vaccari è un moderno raccontastorie, dove però le storie non sono semplici racconti quanto invece spunti di riflessione che prendono vita e coinvolgono, in costante crescendo, lo spettatore.
Diverse performance recitative, in teatri rinomati come il Parioli di Roma ed il Nicolardi di Napoli così come in altri teatri dei circuiti amatoriali. La premiazione a 21 anni come “miglior attore emergente” alla Maridist Roma da Gigi Proietti e Franco Cavallaro, reading e musical. Un percorso dunque sicuramente non monocorde, iniziato quasi per gioco all’età di 5 anni con una parodia della ‘Morte del cigno’ durante la pausa di un allestimento di ‘Anfitrione’ con Antonio Casagrande e Gennarino Palumbo. L’inaspettato successo dell’esibizione gli fece aggiudicare il ruolo del piccolo schiavo nella su citata opera.
Giovedì 10 luglio, il Quater a Fuorigrotta vedrà la messa in scena della pièce “La resistenza delle idee – Partita della vita”, una narrazione teatrale per voce, musiche e i-phone, scritta e interpretata dallo stesso Vaccari. La pièce è stata presentata per la prima volta in forma ridotta nel novembre 2013, quando gli artisti si mobilitarono per la salvaguardia della saletta rossa di Guida a Port’Alba, luogo storico per scrittori, artisti ed intellettuali.
Ad essere narrata è la storia delle due partite che la Dinamo Kiev vinse contro i giovani tedeschi della Falstaff. L’allenamento della squadra ucraina si era svolto ad Auschwitz. Nonostante la fame, gli stenti, le torture e le percosse, era riuscita a vincere davanti al Terzo Reich, tanto da arrivare a non segnare nemmeno l’ultima rete. L’attaccante si mise di spalle alla porta: se avesse segnato di tacco, il gesto sarebbe stato considerato oltraggioso ed invece… il giocatore lanciò la palla al centro del campo, evitando di segnare l’ottava rete. Azione questa carica di significato che fu definita “lo schiaffo ad Hitler”. La narrazione è accompagnata da musica ed immagini di Ludovico Einaudi, che l’autore porta nel suo i-phone.
Abbiamo deciso di addentrarci più a fondo nell’opera, coinvolgendo proprio Vaccari.
Alla base della sua pièce c’è un episodio realmente accaduto che fa emergere con forza uno dei tantissimi aspetti di un capitolo tragico della storia mondiale. Com’è nata in lei questa idea e cosa si propone di comunicare con lo spettacolo?
“La resistenza delle idee – Partita della vita” è la storia ricostruita e scorporata dai luoghi comuni e dagli errori della Dinamo Kiev, squadra dell’Ucraina e dello Sparta Russia che battè per due volte la Falstaff, la migliore selezione sportiva dei giovani del Terzo Reich. Indipendentemente dal colore politico che nella storia è marginale, il fulgore di quattro calciatori divenne leggenda, le parole di Stalin di “non indietreggiare di un solo passo” insieme alle gesta di questi quattro uomini divennero epiche, tanto da colpire HItler come uno schiaffo in pieno viso, più di una bomba e sotto gli occhi increduli del mondo, senza un solo colpo sparato. Ne è stato tratto anche un film con l’aggiunta delle classiche americanate, “Fuga per la vittoria”, ma lì si narra delle gesta ispirate dalle due partite che si svolsero allo stadio Zenith di Kiev dalla Dinamo e da questi quattro eroi.
LA RESISTENZA DELLE IDEE è un lavoro dedicato ai giovani, che devono resistere con le idee su questo territorio, non andare via ma provare nonostante tutto a portare avanti e a vincere la loro partita, senza dimenticare che abbiamo una terra piena di risorse. La mia generazione ha giocato il primo tempo ed ora tocca a loro, ma per fare questo devono essere stimolati a non arrendersi anche quando tutto è contrario. Mi sono proposto di dare alla gente di Napoli e di questo territorio la forza e la speranza che le convinzioni possono ancora essere uno strumento di lotta senza violenza.
C’è solo lei in scena, con l’ausilio di musica ed i-phone. Ci spiega meglio questo connubio tra il metodo classico della narrazione e tecnologia?
Da attore sono anche spettatore, ed ho una grande ammirazione per gli artisti di strada. Mi affascina il criterio di spettacolo in tasca: i violinisti, i chitarristi, i pianisti di strada sono in grado di fare dei veri e propri concerti. Trovo estremamente interessante questo principio e così, con la narrazione della “fabula” ed uno strumento come lo smartphone che è nelle tasche di tutti, ho unito suoni e immagini, tanto da farmi accompagnare nella narrazione.
Lo spettacolo ad uno è un’altra magia che mi piace ricreare ogni volta, è intimo e potente perché chi ha da dire dice, e chi ha da ascoltare si lascia guidare e trasportare nella storia, e poi la storia trasporta tutti in sè.
Quanta importanza hanno le idee in quanto narrato da lei e quanta importanza possono avere nella vita di tutti i giorni?
Le sfide del quotidiano si vincono proprio con le idee. Basta pensare all’auto ad idrogeno che non ci possono più nascondere e che presto sarà una realtà. Oppure alle guerre taciute dai media che grazie ai social diventano un fatto che nessuno può relegare al silenzio. Oggi le idee sono la nuova strada dei percorsi informativi e bisogna trovare un narratore che le racconti. I social sono privi di mezzi toni e di sfumature, un animo umano no ed è in grado di coinvolgere altre persone a seguire una buona idea in ogni campo.
Idee e progetti futuri?
Una partecipazione alla nota fiction di Rai3 “Un posto al sole” il primo agosto ed altri due spettacoli, uno sempre scritto da me, “…a Modo mio”, liberamente tratto dai racconti del Commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni, ed “…Aspettando, godo!”, una commedia divertente e scanzonata, ma come per tutti i miei testi, anche un invito a pensare.
Appuntamento domani, ore 21
QUATER, via Diocleziano 400/402,
Fuorigrotta, Napoli
Info & Prenotazioni: 338/49.22.357