A Palermo due donne, madre e figlia, sono state ricoverate d’urgenza in ospedale per i sintomi di un’intossicazione alimentare. Avevano ingerito mandragora, credendola borragine, acquistata da un venditore ambulante. Ora sono fuori pericolo grazie alla somministrazione dell’antitodo, specifico contro l’avvelenamento da pianta di mandragora, recuperato grazie a una segnalazione dell’ospedale di Pavia.
La pianta di Mandragora tra realtà e fantasia
C’era una volta, anzi c’erano una volta una madre e una figlia che un bel giorno andarono al mercato per fare la spesa. Un venditore di verdure senza licenza esponeva piantine dalle foglie molto invitanti, tanto quanto il loro prezzo. Così le due donne decisero di acquistare l’esposta verdura e quando furono di ritorno a loro casa prepararono una succulenta minestra. La preparazione del piatto nel suo aspetto e nei suoi effluvi non destò nessun sospetto nelle due donne le quali, fiere della loro preparazione, ne mangiarono con grande soddisfazione. Quando ecco che nausea, sensazione di capogiro, senso di smarrimento si impadronirono delle due donne che prontamente furono portate all’ospedale. La mandragora aveva colpito ancora! Qui i medici si impegnarono subito per cercare l’antidoto adatto a fugare i sintomi dell’intossicazione alimentare e quando lo trovarono le due donne ebbero salva la vita.
Cos’è accaduto
No, non siamo in una commedia del Cinquecento in stile machiavelliano, bensì in un fatto di cronaca dei giorni nostri che ha visto protagoniste due donne di Palermo, madre e figlia rispettivamente di 72 e 56 anni, che sono giunte all’ospedale di Palermo con i sintomi di una grave intossicazione alimentare: malessere diffuso, vertigini, nausea. Effettuati gli accertamenti del caso, è stata diagnosticata un’intossicazione da mandragora, un pianta della famiglia delle solanacee contenente alcaloidi. Il consulto con il Centro Antiveleni dell’ospedale di Pavia ha reso noto che alcune fiale dell’antidoto specifico per combattere l’intossicazione da mandragora, la fisostigmina, erano presso l’ospedale di Cefalù. Grazie all’intervento dei medici del 118, queste fiale sono arrivate prontamente all’ospedale di Palermo e somministrate alle due pazienti.
Caccia al responsabile
Non è la prima volta che ascoltiamo di casi di intossicazione alimentari causati dall’ingerimento di mandragora. Nel 2019 una coppia aveva comprato al mercato di Pavia della cicoria e tra le foglie erano presenti piccole piante di mandragora e belladonna. Nel 2017 un’intera famiglia era andata all’ospedale dopo aver mangiato spinaci surgelati contaminati con mandragora. Il prodotto fu ritirato dal mercato. Le due donne siciliane erano convinte di aver comprato della borragine e ora il venditore ambulante, tra l’altro abusivo, è ricercato. Dopo il loro ricovero sono arrivate diverse segnalazioni di casi con gli stessi sintomi e il comune di Marineo, che è la zona nella quale si sono concentrate tali segnalazioni, ha diramato un comunicato nel quale si invita a contattare prontamente il 112 in caso di disturbi.