Martedì 3 maggio è iniziata l’intensa stagione diplomatica di Mario Draghi. Il primo appuntamento è stato stesso il 3 mattina con il Parlamento europeo a Strasburgo alla cui presenza il nostro premier ha tenuto il suo discorso. Nei prossimi giorni, poi, Draghi farà visita a Biden mentre è ancora da fissare la data per il viaggio a Kiev. La guerra in Ucraina è e sarà il tema sul tavolo dei colloqui di Draghi in Europa e negli Stati Uniti. Seguiamo, allora, la missione diplomatica del nostro presidente del Consiglio per capire quale direzione prenderà l’Italia.
“La guerra in Ucraina pone l’Unione Europea davanti a una delle più gravi crisi della sua storia. Una crisi che è insieme umanitaria, securitaria, energetica, economica. E che avviene mentre i nostri Paesi sono ancora alle prese con le conseguenze della maggiore emergenza sanitaria degli ultimi cento anni“
Un passaggio del discorso di Draghi a Strasburgo
Istituzioni inadeguate
La guerra in Ucraina, ha dichiarato Draghi davanti alla plenaria del Parlamento europeo, ha minato una grande conquista dell’Europa: la pace. Una condizione basata su principi come rispetto dei confini territoriali, del diritto internazionale, sui diritti umani. Per difendere questa conquista, secondo il premier italiano, occorre una revisione dei Trattati che porti le istituzioni europee a essere più adeguate alla situazione che stiamo vivendo. La pandemia ci deve fare da esempio nella capacità di trovare soluzioni rapide alle crisi che ci troviamo a fronteggiare.
“Le istituzioni che i nostri predecessori hanno costruito negli scorsi decenni hanno servito bene i cittadini europei, ma sono inadeguate per la realtà che ci si manifesta oggi davanti“
Un passaggio dal discorso di Draghi a Strasburgo
Lavorare per la pace
Il sostegno all’Ucraina (che Draghi vuole all’interno dell’Unione europea) è fuori ogni dubbio. Proteggere l’Ucraina, ha detto Draghi, significa proteggere noi stessi e l’idea di libertà e democrazia che l’Europa ha costruito. L’Ucraina, dunque, continuerà a ricevere armi e al tempo stesso si lavorerà per la pace. Si lavorerà per ottenere un cessate il fuoco che, oltre a favorire gli aiuti umanitari, potrà consentire la ripresa delle trattative diplomatiche. L’Europa, che tanto si sta adoperando nell’accoglienza dei profughi provenienti dall’Ucraina, deve avere un ruolo primario anche nelle trattative di pace. Memore della propria storia caratterizzata da un lungo periodo di pace, l’Italia e l’Europa devono impegnarsi per raggiungere una soluzione diplomatica.
“Nei prossimi mesi dobbiamo mostrare ai cittadini europei che siamo in grado di guidare un’Europa all’altezza dei suoi valori, della sua storia, del suo ruolo nel mondo. Un’Europa più forte, coesa, sovrana – capace di prendere il futuro nelle proprie mani“
Un passaggio dal discorso di Mario Draghi
Draghi con l’Europa e l’Ucraina
Il presidente del Consiglio non ha risparmiato parole per la grave crisi alimentare ed energetica che la guerra sta causando o acuendo. Una crisi alimentare che colpirà, lo ricordiamo, prima di tutto i Paesi più fragili mentre il caro bollette rischia di innescare una seria crisi sociale un po’ in tutti i Paesi europei. Anche in questo ambito, l’Europa sovrana, come dice Draghi, deve trovare soluzioni rapide. Ora facciamo qualche breve considerazione. Continua la narrazione per la quale si lavora alla pace tra due Stati in guerra inviando armi a uno dei due. Continua la visione parziale della “crociata” sotto la bandiera della democrazia e della libertà. Siamo sicuri, poi, che modificare i Trattati sia un segno efficace di modernità? L’unica cosa certa è il complesso puzzle di conseguenze nefaste (ma anche di vantaggi per qualcuno) che la guerra sta portando a questa Europa che stava provando a riprendersi dopo due anni di pandemia.