Il mito del Conte Dracula, creato da Bram Stocker, è oggi più vivo che mai. Passando dalle sale cinematografiche alle serie televisive più seguite dagli adolescenti percorrendo gli scaffali delle librerie più famose, i vampiri non smettono di suscitare interesse, seppur macabro e oscuro. Il mito vampiresco che discende del Conte Dracula creato da Bram Stocker, è oggi più vivo che mai.
Non si può negare che la figura del vampiro abbia subito notevoli modifiche nel tempo grazie ai libri e ai film che impazzano fra il pubblico dei più giovani. Edwuard Cullen, per reputazione diretto discendente del Conte, rappresenta sicuramente l’emblema di questa evoluzione della figura mitologica: il vampiro trend che fa impazzire le ragazzine. Ma chi era Dracula? Perché ha dato vita al più grande mito della storia che ancora oggi continua a procreare? Non è difficile immaginarlo.
Tutto ebbe inizio nel XV secolo, Vlad (in latino Wladislaus Dragwla) nacque a Sighisoara, una cittadina del centro della Romania, fra il Novembre e il Dicembre del 1431. A 14 anni suo padre salì al trono di Valacchia, una provincia a Sud del Paese che si trovava in una situazione politica particolarmente delicata. I Turchi Ottomani, infatti, minacciavano a est il regno; controllavano le due rive del Danubio e le principali vie di comunicazione arrivando sino al Mar Nero, così, al fine di proteggere le loro terre, Ungheria e Valacchia strinsero un trattato di pace col sultano dell’impero Ottomano.
Il sovrano di Valacchia, in segno di buona fede, inviò i suoi due figli Vlad e il fratello, di circa 4anni, alla corte ottomana. I due ragazzi, però, furono trattenuti in prigionia a causa dell’annullamento del patto ad opera del papa in favore della crociata islamita. Del periodo della prigionia non si conosce molto, ma ne si può immaginare il supplizio dalla lotta crudele e spietata che, una volta salito al trono, Dracula intraprese contro gli Ottomani. Si narra che Vlad III, noto anche come Vlad Tepes, ossia l’impalatore, avesse fatto costruire, intorno al suo castello, una foresta di pali ai quali appendeva, letteralmente, i propri prigionieri per guardarli agonizzare. Molte delle pratiche adoperate da Dracula sono contenute in uno scritto anonimo intitolato “Storia del principe Dracula” pubblicato intorno al 1463. Pare che molte donne sarebbero state costrette a mangiare i propri figli dopo averli arrostiti e molti mariti costretti a nutrirsi dei seni delle proprie mogli. Stabilire se quanto riportato negli scritti corrisponda al vero pare molto difficile considerando il fatto che la figura di Vlad generava non poco rancore fra i sudditi. Sembrerebbe, infatti, che il principe, in nome della guerra Ottomana, abbia eliminato molti privilegi alla sua gente per recuperare fondi e abbia, altresì, osteggiato i boiardi e le famiglie nobili che si occupavano delle leggi.
E’ probabile, però, che non sia stato più crudele di altri sovrani a lui contemporanei, le tecniche usate dal principe erano molto comuni durante il XV secolo, tuttavia, a Dracula va attribuita l’abilità di spettacolizzare l’orrido e di fare del terrore l’arma principale del suo governo. Nel 1476 morì in battaglia contro i Turchi per ritornare al successo come mito grazie agli scritti di Stocker. Come nasce il mito? Pare che l’autore, in cerca d’ ispirazione, abbia avuto un incubo i cui protagonisti erano i vampiri, dunque, pensò di fare di questi il tema portante del suo libro, elaborando il personaggio del Conte Vampyr. Durante alcuni studi sulla Transilvania, regione dell’Ungheria ricca di leggende sui vampiri, lesse della figura di Vlad III al quale, poi, decise di assegnare il ruolo di personaggio principale. Anche se il successo del mito è stato sancito da Stocker, le storie sui vampiri erano già molto diffuse durante il XIX secolo ad opera del Romanticismo che concesse loro un particolare fascino dark.
All’epoca, infatti, non era dato parlare di sesso e il morso stesso ne rappresentava l’emblema che permetteva al lettore di aggirare la morale. Non si conoscono precisamente gli anni che generarono la nascita del mito vampiresco, si sa per certo che già dal XII secolo la figura aleggiava sulle teste popolari. Si trattava, per lo più, di convinzioni diffuse nelle isole britanniche e nei Paesi Ortodossi dove le pestilenze agevoavano la leggenda. I ritrovamenti risalenti al XVI secolo mostrano come il popolo mettesse in pratica dei veri e propri rituali anti-vampiro come paletti nel petto o mattoni nelle fauci. La storia narra, infatti, che l’unico modo per mettere ko un vampiro sia quello di trafiggere il suo petto con un paletto di frassino. Il mattone rappresentava, invece, un impedimento, per evitare al non morto di effondere le pestilenze. Un mito, quello del vampiro che nasce da lontano e arriva sino ai giorni nostri.
Nel 1931 gli Universal Studio portano al cinema il Dracula di Tod Browning che da ufficialmente il via alla staffetta degli oltre duecento film elaborati sul tema sino ad umanizzare completamente l’essenza della creatura. Il racconto sui vampiri non si esaurisce in Transilvania, anche la Nostra Nazione, patria dei Volturi di Volterra, ne ha una buona dose. A Venezia, infatti, un ritrovamento risalente al 2006 sull’Isola del Lazzaretto Nuovo ha fatto molto discutere gli studiosi. Pare che a Venezia intorno alla fine del XVI secolo vi fosse la credenza che strane creature riuscissero a diffondere la peste, già presente sul territorio, grazie ai loro morsi. Una di queste figure era chiamata nachzehrer, natura, poi, affidata al cosiddetto Vampiro di Venezia. Lo scheletro è stato ritrovato dagli studiosi dell’Università di Firenze durante alcuni scavi e presentava un mattone fra le fauci, secondo la pratica utilizzata contro i vampiri.
Anche a Venezia, infatti, esisteva la credenza secondo la quale le epidemie erano diffuse dai nachzehrer(chi significa masticatori di sudario o masticatori della notte). La popolazione sosteneva di essere in grado di riconoscere queste creature dallo stato del corpo e dal sudario stesso che, se danneggiato all’altezza del volto, generava la sentenza che a sua volta portava all’inserimento del mattone. Dagli studi condotti, sembra che il Vampiro di Venezia sia una donna di età compresa fra i 61 e i 71 anni di età appartenente al popolo, probabilmente considerata una strega o un vampiro già durante la sua vita.